Tutto quello che c’è da sapere sulla Vendemmia in Francia.
Era giugno, un giorno di pioggia a Rio de Janeiro, uno di quei giorni in cui ti svegli pieno di idee che ti sembrano meravigliose e così dopo essermi preparata la mia solita tazza di caffè solubile, ho preso il cellulare in mano.Alcuni amici folli mi avevano parlato della vendemmia in Francia e in quel momento mi era sembrata un’ottima idea per arrotondare qualche soldo una volta tornata del viaggio.
E così mi sono messa a cercare dal telefono, perché solo Google maps sa a quanti chilometri di distanza era il mio computer.
Calcolando che il mio francese è nullo e che non avevo la più pallida idea di cosa aspettarmi, ho iniziato a mandare qualche mail casuale, l’unico requisito che mi ero imposta era cercare un posto che non risultasse troppo lontano dl confine italiano.
E poi è arrivato il vostro Luca I, perché è proprio a Rio che l’ho conosciuto, e abbiamo iniziato a parlarne, ma ancora non sapevamo che ci saremmo trovati a condividere l’esperienza più strana della nostra vita, quelle che a raccontarle fai fatica
Qualche giorno dopo mi arriva la risposta da Beaune, nel distretto di Dijone, in Borgogna ed io sempre incurante di leggere i dettagli accetto, mando foto di documenti, un curriculum fatto al volo e confermo la mia presenza.
Mi dimentico il tutto, perché ancora stavo viaggiando per il Brasile, ma poi arriva il giorno che torno in Italia e che l’amica che sarebbe dovuta venire con me rinuncia. Chiamo Luca, che era disperso in qualche posto di questo mondo e gli chiedo se vuole venire con me. Accetta, e così incomincia la storia, quella strana.
Ci organizziamo, lui studia le strade per arrivare a destinazione, io continuo a messaggiare in un francese sgrammaticato e poi partiamo. Solo quando siamo arrivati abbiamo scoperto che in realtà l’uva non è pronta, che la vendemmia inizia una settimana dopo, che la signora che si occupa di tutto è pazza, ma forse ancora a questo punto non avevamo capito il livello della sua follia.
Troppo stanchi per litigare, troviamo un campeggio, montiamo la tenda, e mentre tagliamo una baguette e beviamo vino nell’unico bicchiere che abbiamo pensiamo al piano, si perché non possiamo permetterci di stare una settimana senza fare nulla.
Torniamo dalla signora il giorno dopo, firmiamo il contratto e le parliamo, il come ci siamo capiti non lo so spiegare, m io mi ritrovo a fare fotocopie, e Luca le pulizie del garage. Almeno qualcosa facciamo.
COME CERCARE UN POSTO PER LA VENDEMMIA?
il sito per la ricerca si chiama POLE EMPLOIS.FR e scrivendo vendange appaiono tutte le richieste possibili.
A questo punto è fondamentale leggere attentamente:
- Il numero di ore minime richieste
- Quanto paga per ora
- I servizi offerti (alloggio, transporto, pasti…)
VERIFICARE LA DATA DI INIZIO DIECI VOLTE PRIMA DI FARE PIANI DI PARTENZA.
Si perché potrebbe succedere che l’uva sia in ritardo o qualsiasi altro imprevisto. Tutte regole che ovviamente noi non abbiamo seguito. E alla fine non ci è andata troppo male, perché io mi sono trovata a fare non solo fotocopie, ma anche, babysitter, traduttrice e l’unica uva che ho visto è quella che rimaneva attaccata in fondo ai secchi quando Luca li lavava. Luca invece si è trovato a fare il tassista, pulire cose a caso, come dice lui massaggiare l’uva e poi forse la vendemmia.
La parte più divertente è stata il campeggio, che campeggio non era, ma bensì un prato, dove in 200 abbiamo montato la tenda. Qualche falò la sera, con pezzi di legno trovati chissà dove, un bagno improvvisato nella vigna di fronte, cartoni di vino, qualche chitarra.
Ora come ci siamo trovati qua, a lavarci con delle bottiglie, a lavorare per una pazza a magiare pane e formaggio praticamente 2 volte al giorno non lo so, però è stato divertente!
La parte burocratica
Finita la vendemmia si può richiedere la disoccupazione di rimpatrio, una volta tornati in Italia, ma è fondamentale richiedere il documento U1 all’ufficio DIRECCTE più vicino.
Io l’ho fatto tramite posta, ma è preferibile farlo in luogo, e quindi prepararsi le fotocopie di:
- Carta di identità
- Codice fiscale
- Certificato di nascita
- Contratto (che viene rilasciato prima di iniziare la vendemmia)
- Buste paga
- Certificato di fine lavoro
- Parte del modulo U1 compilata online e stampata
Fondamentale farsi pagare in contanti, gli assegni non sono facili da cambiare e bisogna pagare delle tasse per farlo. Una volta rientrati in Italia, il mio consiglio è di andare direttamente ad un patronato e chiedere come sia meglio muoversi nella propria zona per poter richiedere la NASPI. Armatevi di pazienza, tanta pazienza e buona vendemmia.
(Articolo di Valeria Moresco)
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