Arrivando Villa de Leyva, vedo per la prima volta il potenziale naturalistico della Colombia.
Dopo una settimana decido che è ora di lasciare la capitale e proseguire con il mio viaggio. La meta designata è Villa de Leyva che ho googolato il giorno prima tra le verdi valli andine della Cundinamarca e Boyaca. Prendo una buseta a nord della città Incredibilmente appena mi lascio alle spalle Bogotà esce il sole, come se fosse sotto effetto di qualche maledizione.
In una stazione di servizio mi mangio arepas a volontà mentre le nuvole tornano a coprire le montagne. Arrivo a Villa sotto la pioggia, mentre cerco un hostal sbaglio a citofonare, mi riceve una abuelita che entusiasta di vedere uno straniero alla porta di casa sua, mi invita a mangiare una caldo de gallina, che mi spappo volentieri con il clima da lupi che c’è. Ringrazio la simpatica vecchietta e raggiungo l’ostello che era nella seguente cuadra.
L’ostello è piccolino ci si conosce subito tutti e usciamo per un walking tour ma fai da te, iniziamo con la casa di terracotta, che non capisco come possano definirla attrazione turistica, poi andiamo a los Pozos Azul, per l’appunto delle pozze d’acqua azzurre abbastanza fotogeniche ma anonime. Visto l’andazzo mi rifiuto di andare al museo paleontologico onde evitare ulteriori delusioni, ma la verità che non è molto importante quello che vediamo perchè ci stiamo divertendo da matti.
Ci ritroviamo tra le vie ciottolate di Villa D.L. nella maestosa piazza Plaza Mayor la più grande piazza della Colombia. Diamo una vuelta per il paesino, veramente molto bello, autentico e ben tenuto. Se uno si immagina una città coloniale questo è il prototipo ideale. Riusciamo a convincere anche alcuni funzionari a farci salire sulla terrazza del palazzo comunale per scattare alcune foto alla piazza dall’alto.
Ci facciamo una scampagnata al Parque ecologico La Periquera una zona ricca di cascate, fincas e tanta natura. Neanche il tempo di iniziare il sentiero che una nuvola passeggera ci scarica addosso una secchiata d’acqua. Ci ripariamo sotto una specie di grotta dove nell’attesa che smetta di piovere uniamo le nostre provviste per pranzare.
Passato il temporale, esce un caldo sole che ci permette di proseguire. La camminata è molto bella e interattiva, ci sono alcuni tratti di ”rapping” arrampicata con l’aiuto della corda e alcuni ruscelli da guadare. Soddisfatti torniamo a Villa de Leyva affidandoci a un tizio decisamente sbronzo, purtroppo non avevamo molte alternative i taxi in questa zona scarseggiano quindi qualsiasi persona può fare da tassista.
Ogni tanto bisogna rischiare lo teniamo sott’occhio e ci porta a destinazione. Facciamo un ultimo giro tra le incantate vie ciottolate del centro storico, facendo finta di essere interessati da souvenir, caffè, cioccolato, tessuti vari, qualsiasi cosa giusto per avere spiegazioni su provenienza e tecniche di produzione. Purtroppo il budget e il peso dello dello zaino non mi permettono di sforare quindi dovrò resistere ad ogni tentazione di acquisti superflui alle mie esigenze.
Soffia una brezza fredda che non mi lascia in pace, il sole scende rapidamente le nuvole si scuriscono e prendono contrasto diventando più solide, sembrano delle gigantesche navi che stanno per schiantarsi contro le montagne. Ormai è notte e ci riuniamo per l’ennesima volta nella gigantesca piazza. Ci sediamo inun localino molto Rock & Roll e passiamo la nottata in allegria consolidando le nostre amicizie.
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