Ogni fine è un nuovo inizio e mentre gli ultimi 5 giorni di campeggio itinerante nell’isola meridionale della Nuova Zelanda ci lasciano letteralmente a bocca aperta, la mente pensa già all’America…
Dove abbiamo dormito
Cosa abbiamo visitato
Informazioni utili
Diario di viaggio
Dormire: dove siamo stati
In questi 10 giorni non abbiamo utilizzato ostelli poiché sono poco diffusi e spesso molto costosi. Vi consigliamo quindi due soluzioni:
- Couchsurfing, una comunità di interscambio di ospitalità, in cui chi si registra mette a disposizione uno o più posti letto presso casa sua, gratuitamente.
- noleggiare un camper / minivan e partire all’avventura! Come in Australia anche in Nuova Zelanda troverete parecchi campeggi gratuiti dove potrete passare in tranquillità la nottata. Consigliamo l’utilizzo di WikiCamp, per trovare il campeggio gratuito più vicino alla località desiderata.
Visitare: i nostri consigli
- Bellezze naturali: Lake Rotoiti, Lake Pukaki Lake Gunn, Mirror lakes, Franz Josef Glacier, Fox Glacier, Mount Cook, fiordo di Milford Sound, Moeraki boulders, Eglinton Flats, McLean Falls;
- Katiki Point, Shag Point e Oamaru per avvistamenti di foche e pinguini;
- Slope point, il punto più a sud dell’isola meridionale;
- Città: Dunedin, Invercargill, Queenstown.
Informazioni utili
- A nostro parere nell’isola Sud della Nuova Zelanda vi è una maggiore diversità di paesaggi e di fauna rispetto all’Isola Nord; se non avete possibilità di visitare entrambe optate quindi per quella meridionale.
- Nell’isola sud vive l’animale simbolo della Nuova Zelanda, il famoso Kiwi, una specie di uccello senza ali e dal piumaggio marrone. E’ molto difficile avvistarlo perché è notturno e parecchio schivo.
- Il prezzo della benzina è maggiore rispetto all’isola settentrionale ed arriva ai 2,00 NZD (1.30 €)
Diario di viaggio
Giorno 173
Ci svegliamo con entusiasmo per la tappa odierna dedicata ai fiordi della Nuova Zelanda ed in particolare al più rinomato: “Milford Sound”. Si trova nel parco nazionale di “Fiordland” e per raggiungerlo imbocchiamo, non a caso, la Milford Highway che percorriamo per 100 km circa.
Il paesaggio è purtroppo completamente ricoperto di nebbia e ci rende un po’ tristi, perché avremmo bisogno di tanto sole anche oggi. Passiamo la “Eglinton Valley”, che deve il nome al fiume che l’attraversa, e le “Eglinton Flats”, ovvero delle piane di erba gialla molto estese, contornate da montagne.
Lo scenario è molto suggestivo e difatti incrociamo parecchi bus turistici e camper che si fermano a lato strada per qualche scatto fotografico.
Noi tiriamo dritto fino a destinazione volendo sfruttare il più possibile l’assenza di pioggia. Passata la Eglinton Valley si arriva alla ”Homer Tunnel”, una galleria lunga 1200 metri ad una sola corsia, molto stretta, buia e rudimentale.
L’accesso, a senso alternato, è regolato da un semaforo. La zona è considerata a rischio valanghe, quindi bisogna anche passare in fretta e sperare di non avere il rosso. Insomma, un’esperienza che non ci è piaciuta moltissimo :/ . Passato il tunnel siamo nuovamente in una nuvola, ma basta scendere di qualche tornante ed il sole e l’azzurro si fanno avanti.
Vai così! Alle ore 10,00 siamo al parcheggio di Milford Sound, recuperiamo una mappa al banco info sui cui sono tracciati i vari percorsi a piedi. Dal parcheggio prendiamo il primo sentiero verso destra che conduce al molo ed alla partenza dei traghetti. Come il sentiero si apre e ci ritroviamo di fronte Miflord Sound, rimaniamo davvero a bocca aperta, soprattutto io, che di fiordi non ne ho mai visti. Lo scenario è più che incantevole, da fiaba.
Ci sono moltissime crociere di qualche ora che partono frequentemente dal molo, ma i prezzi vanno dai 45 NZD ai 100 NZD e rotti, (30 – 65 € ) ed il budget purtroppo non ce lo consente. Ritorniamo al parcheggio e prendiamo un secondo percorso, a destra del fiordo, da cui vediamo anche una possente cascata che dalla cima si getta nel mare.
Milford Sound è davvero un posto magnifico, non per niente ritenuto da alcuni l’ottava meraviglia del mondo. L’unica nota negativa sono le sand flies, piccoli moscerini neri apparentemente innocui, autori invece delle peggiori punture mai avute: prudono tantissimo e durano settimane. E non ti puoi nemmeno grattare perché rischi l’infezione.Quindi queste bestioline sono fastidiose due volte, per le punture e perché rovinano qualsiasi paesaggio bellissimo.
Trascorsa qualche ora riprendiamo la macchina e ripercorriamo a ritroso la strada dell’andata fermandoci nei vari punti panoramici che prima abbiamo saltato: il “Lake Gunn”, con le sue belle baie circondate dal bosco; i “Mirror lakes”, laghi formati dal fiume Eglington chiamati così perché nelle belle giornate i monti si riflettono completamente nell’acqua creando un attraente effetto specchio.
Guidiamo con direzione Te Anau per una pausa ristoratrice e poi verso Lumsden, dove si trova il camping gratuito di stasera. Con il sole ora splendente abbiamo la fortuna di vedere il paesaggio che stamattina abbiamo trovato nuvoloso ed è fantastico : prati verdi con mucche, pecore e cervi al pascolo, montagne, laghi e strade che sembrano perdersi nel cielo .
Il camping di Lumsden è il parcheggio di quella che era una stazione ferroviaria e trovandosi in centro paese è molto ben rifornito; infatti si riempie di altri camper in poco tempo. Noi passiamo la serata sfruttando il wi-fi della vicina biblioteca e raccogliendo info su Buenos Aires, che si avvicina sempre più!
Giorno 174
Oggi è purtroppo l’ultimo giorno di camper e di campeggio in Nuova Zelanda, da domani si riconsegna l’auto e si ritorna alle dipendenze di altri mezzi. Ci svegliamo con calma e valutiamo il da farsi. Avevamo pensato ad un giro in bici nei dintorni dato che vi sono numerosi cycle trails, ma ha piovuto tutta notte ed il sole tarda ad arrivare: dobbiamo accantonare l’idea. Optiamo quindi per qualcosa di più tranquillo come stare in biblioteca al calduccio, aggiornando il blog. Quella di Lumsden purtroppo è chiusa oggi e dobbiamo spingerci fino a Gore, a 55 km di distanza. Ci passiamo 4 ore, che trascorrono velocissime perché l’atmosfera delle biblioteche qui è molto piacevole. La sera rientriamo a Lumsden, il camping è davvero comodo e siamo piuttosto vicini alla meta di domani: la città di Queenstown.
Giorno 175
Energia e positività: questa è Ariel; non la sirenetta della Disney, ma un’amica conosciuta sulle montagne di Sapa in Vietnam che ci ospiterà per il weekend a Queenstown. E’ di origini canadesi, ma si è trasferita da qualche anno in Nuova Zelanda dove lavora e risparmia per… poter viaggiare per il mondo! Grandissima 🙂 Oggi inizierà a lavorare alle 10,00 am, quindi ci svegliamo di buon ora e partiamo presto, per essere a casa sua prima che esca. Da Lumsden a Queenstown è un’ora di viaggio, costeggiando il lago Wakatipu e le montagne che lo attorniano: ultimi scatti di questa Nuova Zelanda superlativa.
Ariel abita in un quartiere residenziale poco fuori Queenstown, a pochi passi sia dal deposito di Wicked (dove riconsegneremo l’auto) che dall’aeroporto della città: potevamo chiedere di meglio? Vive con altri 3 inquilini in una casona immensa con tanto di giardino ed una gatta.
Dopo i saluti di rito corriamo all’autolavaggio per pulire la macchina : da Caltex con 10 NZD (6,5€) si può fare un decente lavaggio automatico ed usare anche l’aspiratore. Arriva infine il momento cruciale: separarci dalla tanto amata puffocar, che ci ha fatto da casa per questo mese in Nuova Zelanda (e probabilmente sarà la casa più bella avuta nel nostro giro del mondo) e ci ha ispirato per nuovi viaggi futuri. Safe travels, you will be missed!
Al deposito non dicono nulla riguardo il fanalino sinistro rotto e controllano solo che sia pulita ed in ordine, ma poiché ci restituiranno la cauzione tra due settimane aspettiamo prudentemente a cantar vittoria. Ritorniamo a casa di Ariel, pranziamo e ci diamo al relax… ed alla lavatrice! La sera rientrano a casa anche gli altri inquilini e conosciamo così Ben (che in realtà è il proprietario) Sam e Paula, tutti simpatici ed accoglienti.
Per ricambiare l’ospitalità cuciniamo la cena, mentre per dolce è Ariel a prepararci dei buonissimi cookies al cioccolato: I’m living the dream!
Giorno 176
Ci svegliamo alle 9 dopo aver condiviso il divano con la gatta, e facciamo colazione insieme a Sam, un omone alto e grosso patito talmente tanto di macchine che quando è stato in Italia ha noleggiato una Ferrari per percorrere da Maranello a Verona : “So expensive but soooooo funny guys!” Contento (e beato) lui…
Aspettiamo Ariel che rientra da lavoro alle 15,00 e ci accompagna a visitare Queenstown, una città molto piccola formata da 5 o 6 vie che si incrociano. Ci ricorda un poco Como, con il suo lago incatenato da monti, ed il vento.
Passeggiamo per i giardini in riva al lago dove si pratica il frisbee-golf, uno sport in cui bisogna centrare dei canestri in ferro con un frisbee, seguendo le regole del golf. A guardarlo così, non sembra tanto avvincente…
Ci sediamo al bar “Patagonia” per la merenda : tè caldo ed un mega gelato con colata di cioccolata sopra! Che delizia! Ne basta uno per sfamare tre persone! Fun fact: siamo seduti a degustare questa bontà e proprio davanti ai nostri occhi passa la mitica puffocar, giusto mentre ne stavamo decantando le sue lodi ad Ariel. Haha! Probabilmente già ripresa a noleggio, il che vuol dire maggior probabilità per noi di vederci restituita la cauzione.
Passiamo per le vie centrali dove compriamo dei piccoli souvenir e dal negozio dove lavora Ariel “The Remarkables Sweet Shop” che vende… caramelle e cioccolato! Il lavoro perfetto per una ragazza dolce come lei, ma la nostra domanda è : come farà a resistere e non assaggiare tutto ?!
Quando si fa buio raggiungiamo Ben al pub dove sta sorseggiando birra con 3 amici: un neozelandese ed una coppia molto british di Birmingham, che sostiene la loro città abbia più canali di Venezia… mah! Seguire i loro discorsi con accenti diversi è un’impresa tosta, nonostante gli ultimi due mesi a stretto contatto con l’inglese.
A casa per cena sfoderiamo una ricetta condivisa da un amico italiano: pasta pancetta e pomodorini pachino e conquistiamo tutti i palati! “Because italian food is what one wants to eat” .
Giorno 177
La sveglia presto ci butta giù dal divano (gatta compresa) e ci fa ricordare che oggi si parte, si viaggia, ed anche tanto, perché dovremo prendere un volo interno di un’ora da Queenstown ad Auckland e poi un mega volo intercontinentale da Auckland a Buenos Aires, di ben 12 ore.
Sarà il volo più lungo di tutto il giro del mondo ed anche il giorno più lungo che vivremo, dato che atterreremo in Argentina alle 16,00 circa di oggi stesso, tornando indietro nel tempo di ben 16 ore. Alle 9 am siamo al piccolo aeroporto di Queenstown, grazie ancora ad Ariel che ci da’ un passaggio e che poi ci guarda divertita incellofanare i nostri zaini con la pellicola, come due salsicciotti.
Come per l’Australia anche in Nuova Zelanda i controlli aeroportuali sui voli interni sono ridotti e si può portare con sé l’acqua. Il primo volo parte in ritardo di 30 minuti, fortunatamente non siamo tirati coi tempi, ma aspettare da’ sempre noia. L’atterraggio ad Auckland è molto soft, tanto che abbiamo continuato a dormire; fuori immancabilmente piove… bentornati nell’isola nord!
Ci dirigiamo al baggage claim e gli zaini arrivano velocemente : meno male, oggi era proprio importante avendo un altro volo da prendere nel giro di poche ore.
Carichiamo tutto su un carrellino e passiamo dal Terminal domestico a quello internazionale : i due edifici sono distanti 1 km ma collegati da un percorso pedonale segnalato con una linea verde, easy peasy! Qui il check-in è fai-da-te e on line: tramite dei terminali si stampa la carta di imbarco e l’etichetta per il bagaglio che poi va caricato sui rulli che lo portano alle stive.
Una hostess per tot terminali controlla che niente si inceppi e a noi non rimane che sperare di aver fatto tutto giusto ;p. Pensare “ciao zaina, ci vediamo in America” fa un certo effetto… Ci dirigiamo al gate e ci beviamo un’ultima birra; ogni tanto sentiamo delle urla accompagnate da dei colpi che ci fanno sussultare, ma sono solo alcuni gruppi che eseguono la danza Haka.
Non avevamo avuto modo di vederla durante il viaggio e giustamente la Nuova Zelanda non ci fa partire senza questa sua “caratteristica”, pur se siamo in un luogo un po’ anonimo come l’aeroporto.
Anche questo volo parte con mezz’ora di ritardo e l’attesa snerva, ma ci riprendiamo subito appena saliti sull’aereo: è gigante, con 10 posti per fila, separati da due ampi corridoi ed ogni sedile ha il suo schermo personale per musica e movies: sarà un volo magnifico! Argentina, Cile, Ande, Amazzonia… questi nomi intanto riecheggiano nelle nostre menti e si concretizzano sempre più: saremo preparati a quello che l’America ha da offrire? Venite a scoprirlo su Mondeando!
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