Un giro completo dell’Islanda tra ghiacciai, geyser e foche curiose!
INFORMAZIONI UTILI
Vi presentiamo nostro Tour dell’Islanda di due settimane nel mese di Agosto. Un viaggio di circa 3.600 km tutt’intorno all’isola, che ci ha permesso di scoprire i molteplici aspetti ed i diversi paesaggi che offrono le lande vulcaniche.
Ad Agosto le temperature si aggirano intorno ai 15°C, ma calano fino a 10°C se non c’è il sole (e capita spesso!). Piove parecchio, soprattutto al Sud. Sui fiordi dell’Ovest, il vento può essere davvero violento e gelido ed è una presenza costante sulle scogliere e nelle alture in generale.
Come abbigliamento è quindi molto importante avere con se’ abiti pesanti: una buona giacca anti-vento, vestiti tecnici impermeabili (anche senza pioggia nei pressi delle cascate ci si bagna comunque) e ovviamente delle buone scarpe da trekking.
La moneta in uso è la corona Islandese (ISK). Il cambio è molto altalenante e al tempo del nostro viaggio 1€ valeva 132 ISK. Senza dubbio l’Islanda è una destinazione dispendiosa, dagli alloggi, al cibo, ai trasporti… qui tutto costa caro.
Esistono però numerose soluzioni per chi vuole risparmiare. La prima cosa da fare, sicuramente, è prenotare con largo anticipo. Sarà poi sufficiente un po’ di organizzazione e spirito d’adattamento, ed il viaggio peserà meno sul portafoglio ;).
Per quanto riguarda il cibo, i piatti forti islandesi sono:
– Icelandic lamb soup, una zuppa di agnello e verdure, solitamente sostanziosa e saporita. In più tutti i ristoranti propongono sempre anche una “Soup of the day” a base di verdure e dal prezzo abbordabile.
– Arctic char, trota salmonata proveniente dai fiumi o da allevamenti, molto gustosa.
– Merluzzo sia al forno, che impanato e fritto con contorno di patatine. Per i buongustai più curiosi si possono trovare balena, squalo e puffin (dette “Pulcinelle di mare”, una specie di uccelli simili ad un gabbiano “mischiato” con un pinguino)
Di di questi tre noi abbiamo assaggiato solo lo squalo, che in realtà non è particolarmente apprezzato dagli stessi islandesi. L’odore è molto forte e pungente e la consistenza gommosa, ma il sapore è meno intenso di quanto si potrebbe pensare (prezzo 15 €). Ci è stato servito a bocconcini molto piccoli e accompagnato da un bicchierino di Brennivin, l’acquavite locale, versione vichinga della grappa all’anice. Si trovano inoltre hamburger di ogni tipo, da provare il Lobster Burger, fatto con carne di aragosta!!!
Per mangiare al ristorante spendevamo in media 35 € a testa (antipasto + piatto principale+ dessert).
La soluzione più economica è costituita da:
– zuppe , circa 15 € a porzione. In alcuni posti nel prezzo è compreso il “refill“., cioè una volta pagato si può riempire la scodella più volte (spesso vale anche con il caffè).
– hamburger , 20€ con patatine fritte.
L’acqua naturale è sempre gratuita e molte volte ci si serve da soli con delle brocche poggiate su una credenza. Da sottolineare che la maggior parte delle strutture ricettive in cui siamo stati metteva una cucina a disposizione degli ospiti. Inoltre nei supermercati più grandi della catena Nettò è possibile acquistare cibi precotti da scaldare direttamente sul posto perché forniti di piastre e microonde. Insomma si possono trovare varie alternative più economiche al ristorante.
Per quanto riguarda il pernottamento abbiamo alloggiato in ostelli guest-house, spendendo in media 45 € a persona per notte. Si dorme su letti a castello in stanze ridotte all’essenziale con i servizi sempre in comune. Nella maggior parte degli ostelli lenzuola e asciugamani non sono compresi nel prezzo, quindi o si noleggiano (a caro prezzo) oppure si usa il proprio sacco a pelo.
Sfruttando l’energia geotermica, che consente di avere acqua calda gratuita su buona parte dell’isola, molte strutture possono mettere degli “hot-tub” a disposizione degli ospiti e senza nessun sovrapprezzo. Si tratta di vasche di acqua calda all’aperto in cui immergersi dopo una fredda giornata passata fra ghiacciai e scogliere. E’ un’esperienza unica che non dimenticheremo facilmente.
Contrariamente a quanto immaginavamo (viste le asperità del clima) In Islanda è diffusissimo il campeggio ed è possibile piantare la tenda, o parcheggiare il camper, praticamente ovunque. Le aree attrezzate invece sono piuttosto scarse, spesso i campeggiatori per farsi una doccia sfruttano le piscine pubbliche (ce n’è una in ogni paese).
Dal lato trasporti c’è da dire che le strade in Islanda non sono semplicemente delle infrastrutture, ma costituiscono anch’esse un’attrattiva. Si snodano tortuose su passi di montagna per poi scendere in picchiata verso l’oceano, oppure attraversano chilometri e chilometri di lande deserte e di scenari quasi ultraterreni.
Se guidare è sicuramente un piacere per gli occhi non lo è altrettanto per il fisico: numerose strade sono sterrate, la maggior parte dei ponti è percorribile in un solo senso di marcia. Vi sono inoltre innumerevoli punti ciechi. Non da ultimo cavalli, pecore ed ogni tipo di uccello potrebbe attraversare la carreggiata quando meno ce lo si aspetta.
Per i nostri spostamenti avevamo a disposizione una Hyundai I10, che, eroicamente, ci ha portato fino alla fine del viaggio. Fortunatamente l’agenzia di noleggio, viste le condizioni di alcune strade, non addebita ai clienti i piccoli danni a carrozzeria e parabrezza. Dobbiamo però ammettere che in alcuni momenti è stato piuttosto difficile evitarli! Infine alcune strade, riconoscibili dalla “F” davanti al numero, sono percorribili solo con un fuoristrada.
Portafoglio permettendo consigliamo quindi di optare per il noleggio di un 4×4. Anche in questo caso ci siamo mossi con molto anticipo e abbiamo trovato l’auto ad un prezzo decente: 650 € per 14 giorni, con km illimitati. Un fuoristrada costerebbe circa il doppio ma col senno di poi, non è un’opzione da scartare come già evidenziato.
“Last but not least”, il volo: abbiamo prenotato molti mesi prima della partenza ed anche qui, grazie a questo espediente, siamo riusciti a risparmiare. Abbiamo volato all’andata con Wow Air, compagnia low cost islandese che ha voli diretti da Milano a Reykjavik.
Al ritorno invece abbiamo viaggiato con Eurowings, con scalo ad Amburgo. Sconsigliamo quest’ultima opzione per via del ridotto tempo di scalo, che spesso e volentieri non consente all’aeroporto di Amburgo di imbarcare i bagagli sul volo per Milano, caricandoli uno successivo: contrattempo piuttosto fastidioso. Il costo totale dei voli è di circa 400€ a persona A/R.
LA NOSTRA TOP FIVE
In 14 giorni e quasi 4000 km percorsi, di luoghi ed esperienze da raccontare ne avremmo tantissimi. Cercheremo di riassumere in una classifica di 5 punti, quelli che ci hanno colpito maggiormente (ordine crescente), o che riteniamo più rappresentativi del nostro viaggio.
Nr. 5: wildlife
Durante il nostro viaggio abbiamo avuto la fortuna di osservare – nel loro ambiente naturale – foche, renne, balene ed un numero imprecisato di uccelli marini, di molti dei quali ignoravamo completamente l’esistenza e non sapremmo dire il nome.
Anche solo pecore e cavalli, che raramente sono racchiusi in recinti, offrono un bello spettacolo per gli amanti degli animali. Oltre a questo i principali motivi che portano i turisti in Islanda sono :
– il whale watching (vedere le balene!)
E’ possibile praticare quest’attività a Reykjavik, così come in tutti i paesi del nord. Tra questi il più gettonato è Husavik, dove operano 3 compagnie, le quali offrono grossomodo lo stesso prezzo e gli stessi servizi.
Noi abbiamo scelto di affidarci alla North Sails dal momento che la tessera degli ostelli ci dava diritto ad uno sconto del 10%. Per ottenere lo sconto bisogna però insistere parecchio perché gli impiegati alla biglietteria sembrano non saperne nulla.
A parte le discussioni sullo sconto ci siamo trovati bene e sulla barca – di dimensioni modeste – eravamo una decina di persone. L’equipaggio a bordo si è dimostrato disponibile e sulla via del rientro sono stati offerti cioccolata calda e biscotti alla cannella.
Ci siamo imbarcati alle 16.30, acquistando i biglietti 30 minunti prima al porto, ad un prezzo di circa 80€ per un giro di 3 ore. Funziona così: la guida spiega brevemente come si può avvistare la balena, dopodiché tutti quanti si collabora alla ricerca. Non appena avviene l’avvistamento la barca si mette in moto e cerca di avvicinarsi il più possibile al grosso cetaceo.
Abbiamo scorto circa una decina di balene in lontananza e tre siamo riusciti a vederle da vicino, tanto che una ha addirittura urtato un lato della barca facendoci oscillare! E’ un’esperienza divertente ed emozionante che senza dubbio consigliamo, vi ripagherà del costo.
– le foche
Durante la vacanza ci siamo imbattuti spesso in colonie di foche, spiaggiate a pancia in su a godersi il sole (quando c’era). Questi simpatici animali si trovano facilmente nella penisola di Vatsnes, dove esistono anche punti attrezzati con binocoli per osservarle. Noi ne abbiamo visti parecchi esemplari soprattutto nei Westfjords, dove si sono dimostrate meno timide ed era più facile avvicinarsi o vederle giocare tra le onde: uno spettacolo!
– il birdwatching
L’Islanda è un paradiso per gli appassionati di questa attività, poiché ospita numerose specie di volatili. Il punto migliore per vederli sono chiaramente le scogliere, in particolare quella di Latrabjarg (che costituisce anche il punto più a ovest d’Europa). Qui oltre a vari tipi di gabbiani si ammirano i pulcinella di mare, probabilmente l’uccello più ricercato e fotografato di tutta Islanda. La scogliera in sé vale la visita.
Vogliamo poi fare una menzione speciale per la sterna artica, piccola e graziosa, che ci ha conquistato con il suo caratteraccio: abbiamo scoperto a nostre spese che in Agosto nidifica sulla spiaggia ed è per questo piuttosto aggressiva… guai agli intrusi che si avventurano nel suo territorio!
Nr. 4: spiagge
Dimenticate idilliache distese di sabbia bianca, circondate da palme e affacciate su un mare cristallino. In Islanda le spiagge sono luoghi selvaggi, spesso di sabbia nera, sferzate dalle potenti onde dell’oceano.
Tra le più famose e particolari troviamo:
– Dyrholaey, nel sud, pochi chilometri a ovest del paesino di Vik e caratterizzata da una falesia ad arco che si tuffa nel mare. Purtroppo può capitare di trovarla chiusa per motivi di preservazione dell’ambiente o di sicurezza (qui le onde sono molto forti). Ma si può godere di una stupenda vista dall’alto salendo verso il faro.
– Reynishverfi, spiaggia sempre di sabbia nera che presenta una grande grotta circondata da rocce basaltiche, molto affascinante.
–Djupalonsandur, nella penisola di Snaefellness. Particolare spiaggia di ciottoli neri resa spettrale dai resti arrugginiti di un relitto sparsi tutt’attorno, e da scogli aguzzi che sorgono dall’acqua. Sembra l’ambientazione ideale per una saga fantasy.
– Raudisandur, la spiaggia arancio situata nei Westfjords, poco distante dalle scogliere di Latrabjarg che abbiamo amato particolarmente. Ebbene si, la sabbia è davvero color arancione, e con la bassa marea è vastissima, non se ne vede la fine. Inoltre numerosi cespugli di piccoli fiori rosa spargono tutt’intorno un profumo delizioso e, tra le onde, un gruppo di foche curiose spia i movimenti dei turisti.
Un luogo magico, che ci ha ampiamente ripagato della fatica fatta per raggiungerlo. Vi si accede infatti con un ripido sterrato, in alcuni punti rovinato da buche e pietre sporgenti. E’ percorribile con qualsiasi tipo di auto ma… ragazzi che fatica!
Nr. 3: cascate
Con ben 5 ghiacciai su un territorio montuoso, si può facilmente immaginare come l’Islanda sia una terra ricca di cascate. Infatti sono presenti in un numero impressionante e ne abbiamo ammirate in quantità praticamente su ogni strada percorsa.
La desinenza Foss, così diffusa sull’isola, significa appunto cascata e se ci si imbatte in un cartello che contiene questa parola, vale la pena una deviazione, perché lo spettacolo è assicurato! Elencarle tutte è impensabile, vi descriveremo allora quelle che abbiamo visitato:
– Gulfoss: un’impressionante quantità d’acqua che con un doppio salto precipita in un canyon. Il fragore e l’enorme nuvola di vapore sollevata dalla caduta ci hanno lasciato letteralmente a bocca aperta. Purtroppo pioveva e possiamo solo immaginare che spettacolo debba essere con il sole.
– Seljalandfoss: probabilmente la più amata, dove abbiamo infatti trovato parecchi pullman turistici. La cascata è visibile a 360° ed un sentiero umido e piuttosto scivoloso permette di ammirarla anche da dietro! Da non perdere.
Vale la pena anche spingersi ancora lungo il sentiero, per ammirare un’altra cascata, più piccola ma resa affascinante dal fatto che precipita dentro una grotta. Unica pecca… per vederla abbiamo “fatto la coda”, non ce lo saremmo mai aspettato in Islanda!
– Dettifoss, senza dubbio la nostra preferita, vanta anche il titolo di “più impetuosa d’Europa”. L’acqua precipita da un’altezza di 44 metri in un profondo canyon, sollevando altissime nuvole di vapore e si può solo rimanere senza parole di fronte a tanta forza e bellezza.
Il clima ci è stato favorevole e ci ha permesso di vedere la cascata adornata dalla luce di molti arcobaleni. La si può raggiungere con 2 strade: la 862, comoda ed asfaltata, e la 864, uno sterrato piuttosto ostile, che però conduce al lato migliore del sito. Qui la vista è decisamente migliore ed ancora non riusciamo a spiegarci come mai abbiano deciso di asfaltare solo l’altra strada… logica islandese!
Nr. 2: attività geotermica
E’ uno dei fenomeni più singolari ed affascinanti che abbiamo osservato. Lo sfruttamento dell’energia geotermica permette di avere alcuni lussi non indifferenti, come acqua calda gratuita, lagune termali ed i già citati hot tub.
Sicuramente la prima cosa che viene in mente parlando di questo argomento è il Geyser, una delle manifestazioni vulcaniche più conosciuta. Il nome deriva dal paese di Geysir, nel sud, vicinissimo a Reykjavik, dove si può ammirare lo Strokkur: un getto di acqua e vapore che raggiunge altezze irregolari e si verifica in media ogni 10 minuti; uno spettacolo senza eguali.
La zona geotermica di Geysir è grande circa 3 km e vi si osservano pozze di fango ribollente o di acqua dall’incredibile color turchese, con temperature oltre i 100 gradi. Una volta abituatisi al persistente odore di zolfo è molto piacevole passeggiare fra le pozze, ci si sente un po’ fuori dal mondo e si può approfittare del vapore per riscaldarsi un pochino nelle giornate nuvolose.
Abbiamo visitato anche l’aerea geotermica di Hveragerdi, meno spettacolare, ma che permette di godersi una piacevole passeggiata fra gorgoglii e colonne di fumo. La sensazione di essere su un’altro pianeta è accentuata dal numero notevolmente ridotto di turisti.
Il fenomeno si può ammirare anche nella zona del lago Mivatn, nel Nord dell’ isola, in cui l’intero territorio è modellato dal calore dei vulcani. Lì si trovano crateri inattivi spazzati dal vento ed interi paesaggi costituiti da rocce di lava solidificata su cui sono ben visibili le colate dell’ultima eruzione.
A Hverir, invece, si trovano le solfatare, pozze di acqua e fango bollenti e nuvole di vapore che fuoriescono sibilando dalla terra in una distesa di sabbia giallastra coperta da depositi di zolfo. Anche qui l’odore non è certo piacevole ma in qualche modo contribuisce al fascino del posto.
Abbiamo amato particolarmente le grotte di Grjotagja, che contengono una sorgente di acqua azzurra e caldissima e dove un tempo si poteva fare il bagno mentre ora è vietato, immaginiamo per motivi di sicurezza…peccato, avevamo già il costume pronto! Il paesaggio naturale è unico nel suo genere. Non a caso questa è la zona più visitata d’Islanda.
Vi siamo capitati in una giornata fredda e ventosa, dopo cena (in estate il sole cala alle 22.30 circa), semi-congelati ed abbiamo deciso di concederci un bagno alle piscine naturali di Jarbodin vid Mivatn. Mai scelta fu più azzeccata: 2 ore di completo relax, immersi in un’acqua turchese intorno ai 40°, a rimirare la desolazione del paesaggio circostante e ad attendere il tramonto del sole. Consigliatissimo 😉
Il costo è di 30 € a testa per l’accesso alle 3 vasche e allo steam bath, più economico della celebre Laguna Blu.
Nr. 1: ghiacciai
Come detto, sul piccolo territorio Islandese sono presenti ben 5 ghiacciai. Il primo che abbiamo incontrato nel nostro tour è Eyjafjallajokull (legato alle vicende di cronaca, se ricordate, per l’eruzione del vulcano omonimo nel 2014), lungo la statale numero 1, in direzione di Vik.
Ce lo siamo praticamente ritrovato davanti all’improvviso, sembrava quasi che la macchina dovesse finirci dritto in mezzo. Colpiti dallo spettacolo abbiamo imboccato la deviazione che porta ad una sua appendice –Solheimalljokull– chiamata ghiacciaio nero per via della sabbia color cenere che ricopre i blocchi di ghiaccio.
Con un sentiero di pochi minuti siamo arrivati alla base, ignorando, con un briciolo di incoscienza, i cartelli di pericolo. Il ghiaccio infatti è in continuo movimento e non sempre solido come sembra. Se la temperatura cala bruscamente di diversi gradi, cade una pioggerella gelida e ci sono molte situazioni che potrebbero causare crolli improvvisi, ma ne è valsa assolutamente la pena.
Siamo rimasti affascinati dall’immensità del posto, dal rispettoso silenzio dei pochi turisti presenti, rotto soltanto dal continuo crepitare e sgocciolare del ghiaccio: semplicemente magico.
La grande star di questa categoria è il Vatnajokull, la cui superficie è pari a quella della Corsica! Per ammirarlo al meglio ci siamo avventurati in una lunga camminata di circa 4 ore lungo i numerosi sentieri del parco naturale di Skaftafell, che sorge ai suoi piedi ed offre panorami stupendi.
Poco dopo il parco il ghiacciaio incontra il mare, formando un lago: si tratta del celebre Jokulsarlon (Jokull= ghiacciaio, Sarlon= lago). Una delle mete più famose in Islanda è entrato di forza anche nella lista dei nostri luoghi preferiti al mondo (per lo meno della parte che abbiamo visto finora).
Non vi sono parole per descriverne la bellezza: acque limpide, iceberg che galleggiano placidamente – alcuni talmente trasparenti da sembrare fatti di vetro – e foche che giocano tra i ghiacci… Nonostante i numerosissimi turisti, il posto riesce (non sappiamo come) ad essere rilassante e ci avremmo trascorso volentieri l’intera giornata.
Il Jokulsarlon è sicuramente uno spettacolo, ma se si vuole assaporare in pieno l’autenticità del ghiacciaio e godersi momenti di meditazione e silenzio, bisogna cercare posti meno frequentati. Fortunatamente questa zona ne è molto ricca, come ad esempio Fjallsarlon e Heinabergsjokull. Quest’ultimo in particolare, essendo raggiungibile solo con 8 km di sterrato, era piuttosto isolato, e consigliamo vivamente di provare l’esperienza.
Per i più avventurosi sono disponibili escursioni guidate sui ghiacciai, sotto prenotazione nei tourist centre o in alcuni ostelli. Vengono fornite guida ed attrezzatura ma costano piuttosto caro, circa 300 € a persona.
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