Pechino: I primi passi del nostro giro del mondo.

Pechino: Una nuova vita, zaino in spalla.

Non potevamo che iniziare il nostro giro del mondo, in maniera migliore Pechino, la capitale cinese. Punto di partenza della nostra avventura.

Dove abbiamo dormito
Cosa abbiamo visitato
Informazioni utili
Diario di viaggio

Dove abbiamo dormito

Home International Youth Hostel
Indirizzo:No.21, Cheniandian Hutong, Andingmennei Avenue, Dongcheng, 100009 Pechino, China

Prezzo: 9 € a notte / persona, camera doppia

Note: Il personale parla poco inglese, common room molto accogliente ed è molto semplice far amicizia.

Wi-fi ok!
Mondeando approva

Home international youth hostel
Home International Youth Hostel

Cosa abbiamo visitato

Gui Jie
Piazza Tienanmen e Città proibita (8,50 €)
Jing shan (1,50 €)
Houhai
La Grande Muraglia (19,50 €)
Tempio del cielo (5 €)
Tempio del lama (3,50 €)

Informazioni utili

Internet è limitato dal “great firewall” cinese, perciò non funzionano né Google né tutti i servizi che fornisce (Maps, Gmail, Play Store, Hangout, Google Foto, Youtube, Drive…), né i social network: Facebook, Instagram, Pinterest ed altri.

Per inviare messaggi Whatsapp e Wechat invece sono utilizzabili.
È molto utile avere un navigatore satellitare con mappe precaricate in modo da potersi orientare con facilità e gratuitamente.
Se parlate un po’ di cinese il motore di ricerca per eccellenza si chiama BAIDU.

Pleco: app molto utile che permette di avere un vocabolario cinese-inglese sempre in tasca. È possibile disegnare l’ideogramma sullo schermo del telefono e simultaneamente lo tradurrà in inglese. Si può scaricare gratuitamente dal link http://www.pleco.com/

1 Euro equivale a circa 7.2 Yuan.

Diario di viaggio

Giorno 1

Sono le 9 di mattina di sabato 16 aprile quando atterriamo a Pechino: il nostro anno di avventura ha finalmente inizio!
Dopo una lunghissima coda all’ufficio immigrazione ci timbrano il passaporto e possiamo dirigerci al ritiro bagagli: lo zaino è arrivato! Evvaiii, non potete immaginare che sollievo.
Usciamo dall’aeroporto e preleviamo qualche yuan per i primi pagamenti, dato che le carte sono raramente accettate. Dobbiamo arrivare in centro e scegliamo come mezzo la metro, c’è una linea dedicata che si chiama airport express (colore viola) e si trova al piano – 2 dell’aeroporto. Il costo è di 25 yuan a testa. Sono due fermate ma il tragitto dura sui 20 minuti. Appena usciti dall’aeroporto ci colpisce il paesaggio: una distesa di campi coltivati circondati da palazzi altissimi. Il capolinea è la stazione di Dongzhimen dove cambiamo per prendere la linea 2 fino alla fermata di Andingmen.

Traffico a Beijing
Traffico a Pechino

Qui usciamo, mettendo ufficialmente piede su suolo pechinese e la città ci accoglie con un sacco di traffico e una moltitudine di persone. Iniziamo a camminare direzione ostello ma… bisogna avere 1000 occhi ovunque! Gli incroci sono spesso senza semaforo, per attraversare ci sono delle strisce pedonali, ma le macchine non sembrano farci caso e passano tranquillamente facendoti il filo. Oltre alle macchine il traffico è composto da una miriade di carretti, bici e motorini, questi ultimi anche elettrici che possono viaggiare sia sulle carreggiate che nelle zone pedonali. Insomma… la fanno da padrone! E i clacson suonano a ripetizione… Il nostro ostello si trova nell’Hutong (quartieri popolari tipici di Beijing) di Cheniandian. Inizialmente ci facciamo guidare dal GPS che ci fa gironzolare in mezzo a queste viuzze prima di trovare la direzione giusta. Fortunatamente troviamo un ragazzo giovane che spiccica un po’ di inglese e lui, con fare estremamente gentile, ci accompagna sino all’entrata dell’ostello. Apprezziamo molto la sua disponibilità e nel salutarci ci stringe forte la mano augurandoci: “Welcome to China!”
Entriamo in ostello e l’ambiente è molto giovanile, la common room ha un bar e divanetti ed il personale è composto da ragazzi giovani, non tanto ferrati sull’inglese ma comunque abbastanza per farsi capire. Attenzione: la camera si paga in contanti al momento dell’arrivo e nel nostro caso chiedono anche un deposito di 100 yuan per la chiave, che è elettronica.
Ci danno la camera ma… non è stata ancora rifatta (sono le 13.30), ci sono avanzi di cibo dell’ospite precedente, lenzuola in giro e disordine generale. Facciamo presente la situazione alla ragazza della reception che si scusa in mille modi e manda subito qualcuno a rifare la camera. Nel frattempo ci concediamo una birretta al bar, al costo 15 yuan la bottiglia da 33 cl. Appena pronta la camera doccia e dormita, non stavamo più in piedi!
Ci risvegliamo alle 20 e dopo aver sentito parenti e amici (il wi-fi funziona bene su tutta l’area) usciamo per iniziare a scoprire la città.
Ci dirigiamo verso le vie principali e forse troviamo già una delle strade più grandi e frequentate di Beijing: Gui Jie.

Miantian
Miantian

Straripa di negozi, locali, luci e gente; noi siamo praticamente gli unici stranieri. Passeggiamo su e giu’ per due ore e mezza godendoci l’ambiente e le particolarità. Ci fermiamo per cenare in un locale poco prima del nostro ostello approfittandone anche per lanciarci e chiedere, parlare, capire… ma è molto più difficile del previsto! Non ci sono menu in inglese, fortunatamente però c’è un pannello sul muro con la foto dei piatti. E per non andare troppo lontano dalle nostre abitudini, prendiamo una porzione di spaghetti con carne e verdure, abbondantissima e buonissima. Costo totale del piatto più birra da 60 cl: 19 yuan (meno di 3 euro).

Giorno 2

Domenica 17 aprile 2016 – Piazza Tienanmen e Città proibita.

Prendiamo la metro fino a Quianmen al costo di 4 yuan a testa. La metro è grandissima (come immaginabile) e costa veramente poco, da 3 a 5 yuan a seconda dei km. Il biglietto vale sempre per una corsa sola.
L’ingresso alla piazza Tienanmen è gratuito ma controllato, ci sono delle transenne per incanalare le persone verso l’accesso. Del personale in divisa controlla i documenti di identità (solo ai cinesi pare) ed eventuali zaini/borse. La piazza è semplicemente gigante e la maggior parte delle persone è accalcata verso il lato dove si trova il muro con l’effige di Mao e l’accesso alla città proibita (antiche residenze imperiali) a scattare mille fotografie.

Piazza Tienanmen
Piazza Tienanmen

Tra scatti e video ci muoviamo anche noi verso la città proibita, il costo di ingresso è 60 yuan a testa. Alla biglietteria ci chiedono il passaporto e lo registrano. La città all’interno è composta da 6 palazzi con cortili tutto intorno. Vedere una miriade di tetti rossi tutti in successione e a perdita d’occhio è sorprendente e le foto si sprecano. Ogni angolo, ogni palazzo, anche se uguale a quello precedente è da immortalare e mezza giornata passa in men che non si dica. La nostra terza meta è Jing Shan (Parco dell’Ovest), appena fuori la città proibita. Il costo di ingresso è di 10 yuan a testa. Il parco è estremamente carino e tranquillo, ci sono moltissimi gruppetti di persone che si ritrovano qui per fare sport, Tai Chi, cantare e suonare assieme. Al centro del parco, tramite una scalinata molto suggestiva, si raggiunge una torre di forma circolare da cui si può godere del panorama della città.
La nostra quarta meta è Houhai, che troviamo quasi per caso camminando in direzione degli Hutong. Houhai è un piccolo quartiere con un lago che, nonostante sia artificiale, è molto affascinante. Si possono noleggiare anche della barchette per farci un giro…

Quartiere Houhai
Quartiere Houhai

Intorno l’atmosfera è proprio da cartolina, sul lago piovono i rami dei salici piangenti e c’è un ponticello che da’ un tocco di romanticismo in più. Tutt’intorno ci sono localini e ristoranti con musica, anche dal vivo, e karaoke. Sono per lo più dedicati ai turisti, con dei prezzi decisamente non pechinesi: una birra 50 yuan! Da questo quartiere si snodano altri Hutong, ma in questo caso sono vie commerciali più che residenziali.

A spasso negli hutong
A spasso negli Hutong

La gente del posto ha deciso insieme di dedicare ad attività commerciali gli edifici, andando ad abitare nei piani superiori. Nel tempo la cosa è diventata di grande interesse e questo ha portato all’innalzamento dei prezzi. E’ comunque una zona molto frequentata anche dai cinesi per far serata.
La quinta ed ultima meta sono la torre del tamburo e della campana, dove però arriviamo oltre l’orario di chiusura. Tra le due costruzioni c’è una piazzetta in cui la gente si ritrova a parlare sulle panchine o giocare a mahjong.
Da qui ci reimmettiamo negli Hutong per rientrare al nostro ostello, dopo esserci fermati alla trattoria della sera prima, ormai diventata di fiducia, per un buon pasto prima di riposare.

Giorno 3

Lunedì 18 aprile 2016 – La Grande Muraglia
L’escursione alla muraglia, se si vuole viaggiare con mezzi pubblici, va studiata bene: la zona si trova a 60 km circa fuori Pechino e non informarsi od organizzarsi anticipatamente può comportare una notevole perdita di tempo e soldi.

Noi abbiamo pianificato il giorno prima di andarci, scegliendo il tratto di Mutianyu, facilmente percorribile e meno turistico rispetto ad altri (ad es. Badaling). Abbiamo reperito su internet qualche informazione per arrivarci: ci dovrebbe essere il bus 936 in partenza ogni ora dalla stazione di Dongzhimen che porta direttamente a Mutianyu. Puntiamo la sveglia presto per arrivare in stazione e prendere il bus verso le 9, 10 di mattina.

Sulla muraglia
Sulla muraglia

Arrivati alla stazione non riusciamo tuttavia a trovare tale autobus 936, forse parte solo di prima mattina oppure il servizio è stato interrotto. Chiediamo informazioni al banco all’entrata e ci viene indicato di prendere il 916, scendere alla fermata di Huai Rou e da li prendere i minivan che portano a Mutianyu. Ok, proviamoci. Arriviamo alla colonnina del bus 916 appena in tempo perché sta per partire. Il costo del biglietto per due è di 24 yuan. Attenzione: a bordo non danno il resto quindi conviene cercare di avere sempre i soldi contati.
Sul bus troviamo due ragazzi italiani di Vicenza, Silvia e Matteo, che, un po’ più organizzati di noi lo ammettiamo, hanno salvato sul telefono delle indicazioni e suggeriscono di scendere dopo Huai Rou, a Ming Zhu Guang Chang e da li prendere il minivan. Una volta scesi alla fermata molti autisti locali si offrono di accompagnarci alla muraglia. Ora che siamo temporaneamente in 4, ci concediamo una macchina con autista, al costo di 60 yuan, che in mezz’ora circa ci porta all’ingresso del tratto di Mutianyu.

L’accesso alla muraglia vero e proprio si trova in cima a una montagna. Per raggiungerlo, se non si vuole andare a piedi, è disponibile un servizio di risalita con seggiovia e di discesa con toboggan. Il costo totale è di 140 yuan a testa (100 per i mezzi di salita e discesa e 40 per l’ingresso alla muraglia). L’idea iniziale è di farla a piedi, ma una volta arrivati alla salita della seggiovia ci rendiamo conto che perderemmo troppo tempo rischiando di non prendere l’autobus del ritorno, quindi scegliamo il pacchetto da 140 yuan. Arriviamo finalmente alla muraglia ed è una visione spettacolare, ci colpisce il suo snodarsi sui monti a perdita d’occhio (vederlo dal vivo è davvero tutt’altra cosa che in foto). Ci domandiamo subito quanta gente sia servita per costruirla e quanti soldati fossero impiegati per difendere i confini. Iniziamo a percorrerla andando verso destra, ed è stupefacente camminare su un monumento millenario così ben conservato. La camminata non è sempre semplice, alcuni gradini sono alti e ripidi da doversi aiutare con le mani, altri talmente corti o irregolari da rischiare innumerevoli cadute. Le vedute che si hanno dalle mura o dalle torrette ripagano però di tutto.

Grande muraglia Mutianyu
Grande muraglia Mutianyu

Al termine della visita rientriamo a Pechino e decidiamo insieme ai nostri compagni di avventura di concederci un meritatissimo aperitivo a Houhai, l’atmosfera serale è un vero piacere! Salutiamo e ringraziamo Silvia e Matteo per la compagnia e la bella giornata trascorsa assieme. Prima di rientrare in ostello ci fermiamo in un localino negli Hutong per cena: piatto di coniglio con patate accompagnato da ciotola di riso e tanto, tanto, tanto peperoncino.

Giorno 4

Martedi 19 aprile 2016- Tempio del Cielo
Si trova all’interno di un parco enorme; oltre al tempio, con il biglietto da 34 yuan è possibile visitare anche altre costruzioni. L’ambiente è tranquillo ed anche qui pieno di gruppi di persone che cantano, giocano a carte, a mahjong o semplicemente ascoltano musica tradizionale cinese…

Tempio del cielo
Tempio del cielo, Pechino

La visita a questo tempio merita davvero, uniche note negative: il tempo piuttosto grigio che rovina l’atmosfera e scarsa chiarezza delle indicazioni all’interno del parco.

Al tempio del cielo
Al tempio del cielo, Pechino

Finita la visita ci dedichiamo ad un piccolo sbatti, ritirare in stazione i biglietti del treno che domani ci porterà a Pingyao. Entriamo nella biglietteria dove c’è solo uno sportello in cui si parla inglese, il nr 16, e ritiriamo i biglietti, per i quali ci richiedono il passaporto.
La stazione è divisa in due scomparti: Ticket office, dove fanno e ritirano i biglietti, e ingesso ai binari, che è strettamente controllato attraverso una fila di numerosi caselli. Se non abbiamo letto male questo è dovuto al fatto che prima di due ore circa dalla partenza non è possibile accedere al treno. Notiamo inoltre la numerosa presenza di militari in tutto il piazzale antistante. Finito il giro di ricognizione rientriamo in ostello, senza dimenticare di fermarci presso la nostra osteria di fiducia per la cena:
– piatto di riso con melanzane carne e peperoni : ottimo!
– piatto di spaghetti con peperoni, cipolle e carne : un must!

Giorno 5

Mercoledì 20 aprile 2016- Tempio del Lama e partenza
Oggi è l’ultimo giorno a Pechino: partiremo questa notte con il nostro primo treno notturno, cuccetta hard sleeper, direzione Pingyao. Lasciamo gli zaini in ostello, per recuperarli questa sera e nel frattempo andiamo a visitare il Lama Temple (detto anche Yonghe Temple) che è nelle vicinanze. Il costo di ingresso è di 25 yuan a testa. Il nome dovrebbe significare pace ed armonia in cinese ed è proprio l’aria che si respira una volta entrati.

Tempio del lama
Tempio del lama, Pechino

Il tempio è innanzitutto un luogo di preghiera piuttosto che un sito turistico, difatti sono molti i cinesi venuti qui a pregare o fare offerte al Buddha. Al cortile di ingresso sono posizionati due enormi bracieri, dove le persone prima accendono i loro bastoncini di incenso, poi li avvicinano alla testa inginocchiandosi e recitando delle preghiere e infine li gettano dentro. Passato il primo cortile ci sono diverse sale, con varie statue del Buddha o altre divinità a cui rivolgere le preghiere. Quella che ci rimane più impressa è l’ultima (Pavillion of Ten Thousand Happinesses) perché contiene una una statua del Buddha alta 26 metri totali, interamente fatta in legno di sandalo e tutta adornata.

Statua del Buddha
Statua del Buddha – Pavillion of Ten Thousand Happiness Pechino

Poiché il tempio è il monastero di una scuola buddhista tibetana le costruzioni sono un misto tra stile cinese e tibetano, ed all’interno passeggiano tranquillamente dei monaci giovani e meno giovani. Ci stupisce vedere uno di questi con l’I-phone in mano.
Al rientro in ostello conosciamo due ragazzi francesi, Luca e Marie, che sono a Pechino per motivi di studio e con loro chiacchieriamo, rimpiangendo un po’ la cucina mediterranea, ma soprattutto ci facciamo dare dei pratici consigli sulla Cina e la sua lingua. Sono loro che ci consigliano di scaricare l’App Pleco, che permette di ricercare, disegnare e tradurre (in inglese) i caratteri cinesi e funziona anche off-line! Ora si che la vita sarà più bella! Saremo infinitamente grati a Luca e Marie. Recuperiamo gli zaini e ci dirigiamo verso la Pechino Railway Station con largo anticipo. All’interno la stazione è divisa in diverse zone, ad ognuna delle quali corrispondono un certo numero di binari e una propria sala d’aspetto. Il tabellone elettronico ha caratteri solo cinesi, ma riusciamo comunque a capire che la nostra zona è la numero 6. Al centro della stazione c’è un piccolo stand circolare dove si possono chiedere informazioni anche in inglese. La stazione è stracolma di gente che attende seduta, in piedi, o addirittura portandosi dei seggiolini da casa.Ci mettiamo in attesa anche noi dell’arrivo del nostro treno e qui conosciamo Cristiano, un ragazzo cinese che parla molto bene italiano, il quale vedendoci un po spaesati ed impacciati ci offre aiuto.
Alle 23.15, praticamente 45 minuti prima della partenza, viene annunciato il nostro treno e aperto l’imbarco. In pochissimo tempo si muove un fiume di gente tale che potremmo lasciarci trasportare. Raggiungiamo la nostra carrozza (nr 6) dove un controllore sostituisce il nostro biglietto con una carta di plastica anonima con indicato il numero del posto: fila 19 upper bunk per Tito, fila 20 lower bunk per me. Prendiamo posto e diversamente da quanto previsto l’atmosfera è molto silenziosa…buonanotte e buon viaggio!

Road to Pingyao
Road to Pingyao

Chiudo con una nota dedicata alla gente di Beijing che ho trovato molto gentile. Certo, c’è anche chi non parlando un acca di inglese o non risponde alle domande o risponde con fermezza in cinese. Ma c’è soprattutto chi ti indica che hai perso il biglietto in mezzo alla metro, chi ti fa usare le app di traduzione sul suo telefono, chi ti avvicina offrendo aiuto se ti vede in difficoltà. E’ anche grazie a questi esempi che possiamo dire che Pechino è approvata!

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