Dove abbiamo dormito
Cosa abbiamo visitato
Informazioni utili
Diario di viaggio
Dove abbiamo dormito
Munt Chai Guest house
Indirizzo: via senza nome, parallela ad AH 13, Muang Khua
Prezzo: 4,50€ a persona per notte, con camera doppia e bagno privato.
Note: alloggio carino, senza troppe pretese. Pulizia discreta ma wifi non funzionante.
Mondeando comunque approva 🙂
Changsaiang Guest house
Indirizzo: Kingkitsarath Rd, Luang Prabang
Prezzo: 4,50€ a persona per notte, con camera doppia e bagno privato
Note: guest house molto bella e ben tenuta, personale gentile. Acqua gratis per tè e caffè. Wifi ok.
Mondeando approva.
Chantha Guest house
Indirizzo: Rue Setthathilath, Vientiane
Prezzo: 3,30€ a persona per notte, con camera doppia e bagno al piano.
Note: discreta, buia ed immobile molto vecchio. Prezzo imbattibile, ma connessione wifi assente.
Cosa abbiamo visitato
Muang Khua: Riverside
Luang Prabang: Mercato notturno
Luang Prabang:Palazzo reale
Luang Prabang:Phousi
Luang Prabang:Cascate Kuang si
Vientiane: That Dam
Vientiane: Museo nazionale
Vientiane: Patuxai
Vientiane: Wat Xieng Khan
Vientiane: Pha That Luang
Informazioni utili
La moneta locale è il kip laotiano (LAK) il cui cambio è pari a: 1 Euro = 9000 LAK.
Il confine occidentale del Laos è definito dal fiume Mekong, che con i suoi 4.880 metri attraversa ben 6 Stati: dalla Cina (provincia dello Yuannan) fino al Vietnam meridionale, passando per Birmania, Laos, Cambogia e Thailandia.
Il Mekong è l’undicesimo fiume al mondo per lunghezza, ma il decimo per inquinamento, a causa delle sostanze tossiche (tra cui arsenico) rinvenute nelle sue acque. Queste sostanze, unite al suo colore prevalentemente verdastro non lo rendono inviante alla balneazione.
C’è da dire però che non è raro vedere la gente del posto (ed a volte anche qualche turista) tuffarsi o farsi cullare dalle acque adagiati su ciambelle di gomma.
Diario di viaggio
Giorno 45
Sono le 4.30 di mattina quando l’autobus arriva presso la stazione di Dien Bien Phu, ultima cittadina del Vietnam, dove cambiamo bus prendendone uno pubblico che ci porterà in Laos, fino a Muang Khua. Il bus parte alle 7.30, ovviamente carico all’inverosimile, e dopo 2 ore circa di tragitto arriva in dogana, in cui sbrighiamo le formalità burocratiche, con timbri e visto di ingresso in Laos. Gli autisti aspettano che tutti i passeggeri abbiano completato le procedure e ripartono: sono le 10.00 e siamo ufficialmente in Laos!
Muang Khua dista dal confine circa 60 km, il bus li percorre in un paio d’ore su strade fitte di tornanti, contornate da paesaggi verdissimi, ancor più di quelli vietnamiti.
Arrivati a destino ci rendiamo subito conto di come questa località sia proprio un punto di stop indicato a chi è diretto verso città più grandi, ma non vuole farsi tutta un’unica tirata in bus… esattamente come noi! È infatti composta unicamente da due strade ed un incrocio, su cui ruota tutta la vita cittadina: due banche, tre ristoranti, un mercato e diverse guest house o bungalow, tutti adiacenti tra loro.
Trovato un alloggio e poggiati gli zaini ci incamminiamo lungo la strada che porta al fiume Nam Ou e raggiungiamo l’attracco delle piccole imbarcazioni utilizzate per il trasporto di merci e passeggeri. Ci fermiamo nell’unico ufficio turistico della città in cerca di informazioni per raggiungere Luang Prabang il giorno successivo. La migliore soluzione, in termini di costi e tempi, è il viaggio in bus con un cambio a Udom Xai. Il viaggio ha una durata totale di 10 ore, praticamente tutta la giornata.
Il bus parte ogni mattina alle 8.30 dalla stazione ad 1 km circa dal “centro” ed è raggiungibile con tuk tuk (il taxi locale, una sorta di ape car o moto con attaccato un rimorchio coperto) ad un prezzo di 20.000 LAK a testa (2,20 euro circa).
Felici di aver raccolto utili informazioni andiamo a cenare e la cucina locale non ci delude: assaggiamo il riso ed i noodles con le verdure saltate ed una omelette, a base di verdure… il tutto è molto buono, con un sapore più dolce rispetto alla cucina vietnamita.
Giorno 46
Ci svegliamo di buon ora e raggiungiamo la stazione dei bus, in uno spiazzo circondato da boschi. La biglietteria si trova in uno stanzino sotto ad un portico, abbinato ad una capanna dove fare colazione o comprare degli snack. Paghiamo 80000 LAK (8,90€) per due biglietti e saliamo a bordo. Da Muang Khua a Udom Xai viaggiamo su un bus pubblico, assiepati tra gente del posto, scatoloni, sacchi e… galline, effettuando molte fermate, sia per caricare altra gente, sia per trovare ristoro nelle capanne lungo la strada, dove si comprano essenzialmente frutta o pannocchie. Ci rimane impresso un gruppo di donne che, abbigliate in indumenti tradizionali, con i capelli ornati da fasce colorate e medaglie di metallo, si avvicina al bus per vendere delle canne di bambù. Siamo ancora nel nord del Laos, un territorio molto montuoso, aspro che rende il viaggio decisamente “movimentato”.
A Udom Xai si cambia mezzo e per il resto del tragitto ci spostiamo con un minivan dotato di aria condizionata e di un autista scattante, che ci fa arrivare a Luang Prabang alle 16:00, con molto anticipo rispetto a quanto previsto (il prezzo per questo secondo biglietto è di 70.000 LAK l’uno, ovvero 7,80€)! Alla stazione di Luang Prabang siamo assaliti da una miriade di tuk tuk non appena scesi dal bus, per 20.000 LAK (2,20€) ti conducono fino in centro. Chiediamo di essere portati in “Dala Market”, che è una zona abbastanza ricca di guest house.
Non ci vuole molto tempo a trovarne una, molto carina ed a buon prezzo, che ci permetta così di riposarci un po’ ed iniziare a scoprire la città. Dalle ore 18:00 la via Sisavangvong viene resa pedonale, per ospitare il rinomato mercato notturno dove si vendono prodotti dell’artigianato locale: borse e sciarpe coloratissime, pantaloni e magliette di tela con disegni di elefanti (un simbolo del Laos), ma anche tè, caffè e oggetti in legno o avorio. La cosa che colpisce di più sono indubbiamente le bottiglie di liquore con all’interno serpenti, ragni e scorpioni… oggetto di moltissime foto, ed anche assaggi per i più coraggiosi.
La medesima via è inoltre piena di ristoranti (con cucina locale o internazionale), agenzie turistiche ed uffici di cambio valuta e termina in un complesso di templi, illuminati durante le ore notturne. Luang Prabang è la prima città del Laos per importanza e fascino, fa parte del patrimonio Unesco, ma ciò non ha minimamente influito sulla vita locale, che non è frenetica, anzi. Molto probabilmente ciò che conferisce quel tocco in più al suo charme è proprio l’atmosfera serafica e rilassata che si respira ovunque, tanto da dare l’impressione di passeggiare in un grande giardino.
Giorno 47
Dedichiamo la giornata alla visita delle attrazioni cittadine, anche se il sole cocente ci mette davvero a dura prova. Fortunatamente qualsiasi bar o chiosco lungo le strade offre frullati, smoothies, caffè e tè freddi freschissimi e buonissimi.
Come prima cosa ci rechiamo al ponte di bambù, situato sul fiume Nam Khan, che collega il centro di Luang Prabang con le sue zone più periferiche. Il ponte non è percorribile tutto l’anno e quando la stagione umida rende il livello delle acque troppo alto viene chiuso. Attraversarlo ha un costo di 5.000 LAK a persona (0,55 €) e dall’altro lato, a parte un ristorante costruito subito alla fine del ponte, si trova la Luang Prabang dei laotiani, con locande, piccoli bazar frequentati solo da locali e vie circondante da abitazioni invece che guest houses.
Dopo un breve giro ritorniamo dall’altra parte e proseguiamo fino al palazzo reale (ingresso singolo 20.000 LAK, 2,20€), edificato nel 1904 e probabilmente l’edificio più importante della città. All’interno dei suoi giardini si trovano il Museo Nazionale, il teatro ed il tempio Haw Pha Bang.
Percorrendo le strade adiacenti si possono visitare anche numerosi altri templi, che regalano un po’ di frescura e qualche scorcio sulla vita quotidiana dei monaci. Un momento importante per loro è la cerimonia della donazione dell’elemosina, che avviene tutte le mattine all’alba lungo la via Sisavangvong, in cui i monaci ricevono le offerte dei fedeli (Attenzione: il turista “con la macchina fotografica al collo” non è visto di buon occhio).
Arrivato il tramonto saliamo sulla collina Phou Si (ingresso singolo 20.000 LAK, 2,20 €) che si trova nel cuore della città e dalla cui cima si può godere di una straordinaria vista di Luang Prabang, del fiume illuminato dagli ultimi raggi del sole e delle campagne verdi attorno.
Se si scende dal lato di Kingkitsarath Road si possono trovare numerosi locali che offrono una specialità tipica: il barbecue laotiano. Si tratta praticamente di una padella con il centro rigonfio su cui si può grigliare indistintamente sia carne che pesce, mentre ai lati si fan bollire verdure, uova, noodles e tofu. Normalmente un barbecue è per due persone ed il prezzo varia dalle 40.000 (4,40€) alle 70.000 LAK (7,80€) a seconda della quantità degli ingredienti. Nient’altro da dire se non ottimo!!
Giorno 48
Forti della prima esperienza su due ruote in Vietnam, decidiamo di replicare noleggiando un motorino per una gita fuori porta alle cascate di Kuang Si, a 30 km circa da Luang Prabang.
Il noleggio dello scooter è di 120.000 LAK (13,30€) per 24 ore dal momento della presa in carico, notte inclusa. Le guest house permettono di custodirlo nell’ingresso, in un garage o in un cortile interno, se ne dispongono. La strada per arrivare alle cascate è asfaltata e piacevole, ci sono solo alcuni ponti di legno a rallentare un po’ la marcia, arrivati a destinazione si può lasciare la moto in uno dei due parcheggi custoditi ad un costo di 2.000 LAK (0,22 €).
Appena entrati nel parco che ospita le cascate (ingresso singolo 20.000 LAK, 2,20€ per persona) si possono scegliere due sentieri, uno asfaltato a sinistra e uno sterrato a destra. Quest’ultimo è quello che conduce anche alla riserva degli orsi luna, detti anche orsi tibetani od orsi collare (per la macchia di pelo bianca intorno al collo) creata per proteggerli, seppur in una condizione di cattività, dagli attacchi dei bracconieri.
Gli orsi sono neri, pelosissimi e molto tranquilli, a mollo in un piccolo laghetto oppure sdraiati sulle loro amache o sui giacigli di bambù. Le cascate si trovano proprio poco oltre, sono davvero un piccolo paradiso naturale ed un grande spettacolo per gli occhi. Cadendo da diverse altezze l’acqua forma qua e là delle pozze o dei laghetti dall’acqua azzurrissima. In alcuni di essi si può anche fare il bagno e fatta eccezione per i piccoli pesci che mordicchiano la pelle, l’essere immersi in mezzo a tutta questa natura è fenomenale. Il sentiero prosegue verso l’alto e passando in un boschetto permette di arrivare fino alla cima delle cascate, tuttavia la vegetazione folta copre la vista sottostante, per cui meglio gustarsele dal basso!
Per terminare in bellezza la giornata ci concediamo un altro barbecue, in un locale chiamato “The Brother’s house”, molto abbondante e veramente di qualità!
Giorno 49
Il mattino riconsegniamo il motorino presso l’agenzia, da cui compriamo anche i biglietti per il night bus, che la sera stessa ci porterà fino a Vientiane, capitale del Laos. Riusciamo ad ottenere uno sconto sul prezzo da 200.000 LAK (22,20€) a 160.000 LAK (17,70€) a persona per un “VIP sleeping bus” (la sigla VIP prevede in questo caso il posto letto, se si acquista il biglietto solo “sleeping bus” si dorme su dei materassi adagiati lungo il corridoio) che include anche trasporto in tuk-tuk fino alla stazione.
Il pomeriggio lo dedichiamo a qualche acquisto nel piccolo mercato che ha luogo tutti i giorni in una piazzetta su Sisavangvong Road, ed alle 19:00 siamo davanti l’agenzia per aspettare il tuk-tuk che ci porterà in stazione. In stazione bisogna effettuare il check-in, ovvero presentare la ricevuta dell’agenzia alla biglietteria che la sostituisce con i biglietti corrispondenti. In questo trasporto è inoltre incluso un pasto, riso con pollo e verdure, bottiglietta d’acqua e merendina. Il bagaglio viene etichettato a seconda della destinazione.
Giorno 50
Arriviamo a Vientiane la mattina molto presto. Anche in questo caso la stazione è in un piazzale sterrato, con un portico che ospita i bus fermi e la biglietteria. Nonostante l’orario non mancano gli onnipresenti tuk-tuk che per 20.000 LAK (2,20€) conducono i passeggeri verso il centro città, l’aeroporto o all’indirizzo del proprio alloggio.
Vientiane è una città a misura d’uomo: tutti i suoi punti principali sono raggiungibili tramite tuk-tuk, in un lasso di tempo molto breve… eccola qui, la capitale più piccola del sud-est asiatico!
Non avendo nessuna prenotazione ci facciamo lasciare “in centro”, un incrocio ai cui lati sono presenti alloggi, bar ed un grandissimo tempio. Troviamo subito sistemazione in una guest house senza troppe pretese (soprattutto di prezzo) e nel pomeriggio usciamo per scoprire la città.
Nonostante le dimensioni si percepisce subito di essere in una capitale, per la presenza delle sedi dei ministeri e delle ambasciate situate sulle vie principali (notevole l’ambasciata del Brunei, grande forse come il Brunei stesso :D) così come da una maggiore presenza di caffè, bar e ristoranti internazionali. C’è perfino un centro commerciale all’interno di un edifico a vetrate e qualche scuola internazionale. Ad ogni modo Vientiane non ha una skyline rimarchevole, e gli immobili si estendono più in lunghezza che in altezza.
Visitiamo il That Dam, o black stupa, una struttura in pietra scura anticamente dedicata a contenere le reliquie del Buddha. Di questo si dice, in particolare, che una volta fosse ricoperto d’oro, successivamente rubato durante la guerra tra Siam e Laos del 1820.
Altra attrattiva della città è il National Museum (ingresso singolo 5.000 LAK pari a 0,55€) dove si può apprendere molto della storia del Laos: a partire dai primi ritrovamenti archeologici, passando per la colonizzazione francese e le guerre asiatiche, fino ad arrivare alla guerra del Vietnam (in cui il Paese è stato coinvolto come sede di numerose basi militari statunitensi) ed alla recente ripresa economica.
Raggiungiamo infine il Patuxai, un monumento di guerra dedicato a tutti i caduti laotiani nelle guerre di indipendenza dalla Francia e dai primi invasori siamesi e giapponesi. La struttura ricorda un arco di trionfo, ma sulla cima sono disposte 5 torri con decorazioni della tradizione laotiana, creando un interessante ibrido di stili. È possibile inoltre salire sulla vetta per godere della vista sulla città.
Dall’altra parte della città, sulla riva del fiume, prende vita ogni sera il mercato notturno, non tanto differente da quello di Luang Prabang. Lungo le vie adiacenti sorgono la maggior parte dei pub e ristoranti internazionali di Vientiane, ma oltre a proporre menù poco tipici (pizze, hamburger e quant’altro) hanno anche prezzi più alti rispetto la media, le classiche “trappole per turisti”.
Giorno 51
Anche oggi noleggiamo un motorino (prezzo di 90.000 LAK per 24 h, 10 €) per recarci al Buddha Park o Wat Xieng Khan. Si tratta di un parco, non molto grande, a 25 km circa da Vientiane e che ospita numerose statue di varie dimensioni raffiguranti divinità buddhiste o induiste. Una leggenda narra che un monaco volesse in questo modo riconciliare le due religioni, ma c’è anche chi dice solo che il parco sia stato semplicemente costruito da un monaco nel 1958, e nulla più.
La scultura più rinomata è indubbiamente quella del buddha gigante sdraiato, quella secondo noi più particolare è una costruzione rotonda posta all’inizio del parco e sulla quale si può salire in cima tramite delle scalette alte e strette ed osservare dall’alto il complesso di statue.
Ritornando a Vientiane ci fermiamo per pranzo in un locale centrale che propone solo piatti tipici accompagnati da ottimi fruit shake di frutta fresca.
Approfittiamo del motorino anche per recarci al gigantesco “stupa dorato” o Pha That Luang poco fuori da Vientiane. Il monumento, molto maestoso, costituisce uno dei simboli del Laos, ed è stato distrutto e ricostruito più volte a causa delle guerre e dei saccheggi. Tramite un biglietto di 5.000 LAK (0,55€) si può accedere al cortile che lo circonda ma non all’interno della costruzione ed è comunque richiesto di portare abiti lunghi.
Di ritorno alla nostra guest house compriamo della cena d’asporto in un locale adiacente e molto frequentato dalla gente del posto. Notevoli i noodles con carne di maiale e i dolcetti di riso 🙂
Giorno 52
E’ arrivato il momento di salutare anche Vientiane e continuare l’esplorazione del Laos. Abbiamo deciso di saltare Savannaketh per dedicare qualche giorno in più a Pakse ed al sud del Paese, dove si trovano il Plateau di Bolovan e la località delle 4000 isole che devono offrire paesaggi e scenari mozzafiato. Ovviamente lo spostamento è con un night bus, il costo del biglietto è di 150.000 LAK a persona (16,60 €) ed anche qui sono inclusi un pasto (sandwich con formaggio, bottiglietta d’acqua) ed il trasporto in stazione con tuk-tuk.
Il resto della giornata lo dedichiamo ad aggiornare il blog, seduti in uno dei tanti caffè internazionali, che godono di una connessione WiFi.
Il tuk-tuk si presenta a prenderci verso le 18.45 ed assieme a noi carica altre 8 persone. Si sta molto stretti e si soffoca dal caldo… se a questo aggiungiamo il fatto che in alcuni templi si stanno bruciando delle foglie verdi, il fumo che ne deriva rende l’aria irrespirabile. A metà strada il tuk-tuk si ferma e ci fa cambiare mezzo, scaricando e ricaricando tutti i bagagli, senza dare troppe spiegazioni. Ci sentiamo un po’ sballottati, ma tutto passa e non appena arriviamo in stazione vediamo il nostro bus: a due piani, con dei letti veri e propri muniti di materasso, lenzuola e coperta, al posto dei soliti sedili. Si preannuncia una comoda nottata! Ci vediamo a Pakse… ciao!
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