Diario di viaggio: Pingyao e Xi’an (Cina)

Dove abbiamo dormito
Cosa abbiamo visitato
Informazioni utili
Diario di viaggio

Dove abbiamo dormito

A Piece of Red Cloth International Youth Hostel
Indirizzo: No.1, Juren Street, Pingyao Ancient Town, 031100, Pingyao, China

Prezzo: 6,00 euro a notte/persona, camera doppia
Note: common room nel cortile esterno stupenda. Tra il personale solo una ragazza parla inglese ed è molto gentile. Ambiente socievole e posizione centrale.
Wi-fi ok!

Mondeando approva

A piece of red cloth international youth hostel – Pingyao

 

Xi’an Travelling with Hostel (South Gate)
Indirizzo: No.21 S. Shuncheng Alley, inside Zhuque Gate, Beilin, 710000, Xi’an, China

Prezzo: 5,50 euro a notte/persona, dormitorio misto da 4 letti
Note: veramente un bell’ostello a pochi passi dal centro. Il personale parla inglese ed al 4° piano c’è un bar con terrazza e vista sulle mura della città!
Wi-fi: la connessione risulta lenta per la navigazione internet, ma sufficiente per chattare su Whatsapp.

Mondeando approva

Travelling with Hotel - Xi'an
Travelling with Hotel – Xi’an

Cosa abbiamo visitato

Pingyao: ancient town
Xi’an: Quartiere musulmano
Xi’an: Esercito di terracotta (21,00 €)
Xi’an: Torre della Campana e Torre del Tamburo (7,00 €)
Xi’an: Moschea (3,50 €) ed il mercato

Informazioni utili

Come ordinare?
Ecco un elenco base di ideogrammi da conoscere per ordinare al ristorante:
menù: 菜单 (caidan)
noodles / spaghetti: 面 (miantiao)
riso: 米饭 (mi fan)
verdura: 菜 (zai)
melanzane: 茄子 (qiezi)
fritto: 炒 oppure 炮 (chaomian)
carne: 肉 (rou)
pollo:  鸡肉 (jirou)
maiale: 猪肉 (zhurou)
birra: 啤酒 (pijiu)
conto: 买单 (maidan)

Come pagare?
In Cina, è ancora ampiamente diffuso l’utilizzo di denaro contante a scapito di pagamenti elettronici. Al di fuori delle metropoli infatti difficilmente troverete ristoratori, albergatori o negozi che accettino pagamenti elettronici, soprattutto se provenienti da banche europee. Per i prelievi di denaro contante utilizziamo la “Banca dell’agricoltura cinese” che accetta i circuiti Maestro, Cirrus, Mastercard e Visa.
Per il nostro viaggio abbiamo deciso di aprire un conto cointestato utilizzando una banca on-line, in modo da minimizzare i costi. Abbiamo scelto HelloBank di BNL, stipulando un conto HelloMoney.
Il costo del prelievo è pari a 0,00€ ed il tasso di commissione è pari al 1,50% (su 1000 euro sono 15 euro di commissioni). Sconsigliamo l’utilizzo di carte di credito (e carte ricaricabili) le quali hanno in genere costi di prelievo fino a 5,00€ con un tasso di commissione pari a 4,00% (su 1000 euro sono 45 euro di commissioni).

Diario di viaggio

Giorno 6

Proseguiamo il nostro viaggio verso l’interno della Cina: la prossima meta è Pingyao, arriviamo alle 9.30 del mattino. Entriamo in biglietteria per ritirare i biglietti del treno successivo e ci mettiamo in marcia verso l’ostello che si trova dentro le mura della città.
Il tragitto a piedi è di circa 2 km e c’è da percorrere uno stradone lungo le mura, forse meno trafficato di Pechino, ma anche meno asfaltato e quindi con molta polvere sollevata dagli onnipresenti motorini. Non resisto e mi armo di mascherina. La città fuori dalle mura ricorda un po’ il Far West (malgrado ci troviamo nel far east) con questi stradoni tutti impolverati ed alcuni edifici in legno.
Le cinta murarie sono circondate da un fossato secco, profondo 5 metri; tramite un ponte si arriva all’arco di ingresso. È strapieno di motorini e carretti per il trasporto turistico (una sorta di golf-car, ma più lunghe) che fanno manovre e si incastrano tra di loro. Fortunatamente l’atmosfera caotica viene stemperata una volta superato il ponte ed entrati oltre le mura. L’ostello è semplicemente stupendo, ha più cortili interni con tavolini, poltroncine, panchine, ombrelloni dove la gente si rilassa al sole. Anche la reception nella sala interna è ben arredata. Il personale è composto da ragazzi giovani e tra di loro c’è solo una ragazza che parla inglese.
Ci riposiamo e nel pomeriggio partiamo alla scoperta della città antica; la prima attrazione in cui ci imbattiamo è la torre del mercato alta 19 metri. Ai suoi piedi l’attività commerciale prendeva vita ogni giorno.

Torre del mercato – Pingyao

Camminando per le vie l’impatto è completamente diverso rispetto a Pechino: Pingyao rappresenta un salto nell’antica Cina.

Con i suoi edifici bassi in pietra grigia ed i tetti con le grondaie a punta, rimasti intatti dal disfacimento attuato dalle armate della Rivoluzione Culturale, il suo stile e fascino sono unici. Pingyao è stata in seguito trasformata (più o meno fortunatamente) in un gioiello per turisti e nello scenario di alcuni set cinematografici, come il film “Lanterne rosse”. Ogni costruzione è un negozio di artigianato locale che spazia da scarpe in tessuto, vestiti colorati, oggetti in legno, strumenti musicali (ocarine e bonghi), vasi in ceramica, tea house e ristoranti. Davanti ai negozi ci sono delle bancarelle che vendono cibo, come involtini, frittelle, spiedini di carne oppure souvenir di ogni tipo. La folla turistica è composta principalmente da cinesi, ma spunta anche qualche occidentale. Il centro ha una zona accessibile unicamente a pedoni, bici e mezzi elettrici. Al di fuori passano anche mezzi a motore e le golf-car per i turisti.

Pingyao ancient town
Pingyao ancient town

Ci fermiamo ad assaggiare qualche specialità e scopriamo che qui i locali prevedono anche un coperto a pagamento (tazzina, piattino e bicchiere) ed i prezzi sono più alti rispetto alla capitale.
L’accesso ai siti di interesse è acquistabile attraverso un unico biglietto dal costo di 150 yuan e comprende il giro a piedi sulla cinta muraria e l’ingresso agli edifici di importanza storico/culturale (una ventina circa), come il museo Rishenchang, il tempio di Confucio e il tempio taoista Qingxu Guan.

Giorno 7

Dedichiamo questo giorno al relax: non essere abituati a camminare con lo zaino in spalla comincia a farsi sentire e gironzoliamo per il centro senza affaticare troppo le gambe. Usciamo la sera, quando la città si illumina di lanterne rosse. Il fascino nasce per lo più nelle viette più piccole e buie, piuttosto che dalle vie principali, dove le lanterne sono un po’ offuscate dalle luci dei negozi.

Lanterne rosse – Pingyao

Ci sono molti locali aperti dove ci si dedica al karaoke: ci fermiamo ad ascoltare alcune esibizioni ed anche se i cantanti sono improvvisati, sono molto bravi. Tra le canzoni riconosciamo alcune melodie rock, però cantate in cinese 🙂 . Per cena ordino il piatto tipico, ovvero “smoked beef elbow” ed è praticamente della carne cruda, con molto grasso e poco saporita… meglio le verdure saltate in padella ed i ravioli fritti!
Rientrati in ostello passiamo un po’ di tempo nella common room, dove un gruppo di ragazzi cinesi si diverte in un gioco tipico al tavolo a fianco. Non parlando nessuna lingua in comune e non conoscendo le regole del gioco, integrarsi è davvero difficile!

Giorno 8

L’ultimo giorno a Pingyao lo dedichiamo a una camminata lungo la cinta muraria, alla scoperta dei vicoletti più periferici e meno frequentati. Qui ci sono alcune abitazioni e possiamo immergerci un po’ nello stile di vita di chi abita la città vecchia, tra case a cortile con portoni giganti, panni stesi tra le vie e bambini che giocano all’aperto.

Pingyao sogna il passato
Pingyao sogna il passato

Ritornando verso il centro troviamo un ottimo locale che propone, tra le tante cose, i famosissimi involtini primavera e non me li faccio scappare. Assaggiamo anche gli special noodles: la pasta qui viene grattugiata da un panetto in modo da conferirgli una forma simile alla tagliatella. L’unica pecca è il gestore del ristorante che in mezzo al locale si rasa la barba a macchinetta…ci coglie il pensiero che un controllo sanitario secondo gli standard europei qui non sarebbe positivo.

Quindi salutiamo Pingyao e il suo incanto e ci apprestiamo a prendere il nostro secondo treno notturno: destinazione Xi’an.

Salutiamo Pingyao
Salutiamo Pingyao
Giorno 9

La nottata in treno passa abbastanza in fretta, mentre sono interminabili le due ore in cui il treno rimane fermo per attendere l’ok all’ingresso in stazione. Grazie a questo simpatico contrattempo arriviamo a Xi’an alle 8.00 invece che alle 6.00 come previsto.

Una volta usciti ci dirigiamo verso la stazione dei bus alla ricerca dei pullman 610 e 251 consigliati tra le indicazioni per arrivare in ostello. C’è una mappa che indica la colonnina di ogni bus, ma non è chiarissima. Chiediamo informazioni a degli autisti ed un ragazzo tra di loro non solo ci accompagna a prendere un altro bus (il 608) ma sale con noi, ed una volta scesi, ci porta fino all’ingresso dell’ostello! Grazie Jin!

Noi e Jin
Noi e Jin – Xi’an

Al primo impatto Xi’an sembra meno internazionale di Pechino: le scritte in inglese scarseggiano e sul bus sono molte le facce divertite che guardano noi e i nostri zaini (soprattutto anziani e bambini). I più intraprendenti non esitano a rivolgerci domande in merito alla nostra nazionalità e direzione.
Usciamo dall’ostello, ci muoviamo verso il centro città dove, recuperata una mappa, ci imbattiamo subito nel quartiere musulmano, caratterizzato principalmente da un mercato di generi alimentari che sembra non dormire mai. Le varietà di cibo proposte sono numerosissime: dal kebab al pane turco, spiedini di carne e pesce… il tutto a prezzi convenientissimi (circa 10 yuan, poco più di un euro).

noodles_xian
Prodotture locale di noodles – Xi’an

Da Xi’an partiva la via della seta che, collegando oriente ed occidente, ha lasciato l’eredità multiculturale che oggi rivive in queste pietanze. Uno dei piatti tipici è un panino con della carne arrostita – in genere maiale – e spezie (al costo di 7 yuan) che assaggiamo volentieri.
Il pomeriggio trascorre nella visita della Goose Pagoda, che si trova fuori le mura dove le vie sono più commerciali, ricche di palazzoni e negozi di marche europee. L’impatto di poca internazionalità rilevato prima qui scade decisamente.
Ci fermiamo per cena in un localino, che diventerà la nostra trattoria di fiducia a Xi’an, per l’abbondanza dei piatti, l’economicità e la qualità. Propone menu di noodles in brodo o con carne, riso con carne e verdure, al quale si possono abbinare degli antipasti: cetrioli, cipolle, melanzane, ecc con prezzi dai 10 ai 18 yuan/cad.

Danze popolari
Danze popolari – Xi’an

Xi’an è una città molto vitale la sera: una moltitudine di persone occupa strade, piazze e parchi esibendosi in balli di gruppo tradizionali (anche in costume), oppure in esercizi di meditazione e di tai chi. Xi’an sembra vivere in un forte contrasto tra tradizione e modernità, ma la sua vivacità in entrambi i casi ci è piaciuta parecchio.

Giorno 10

Sveglia alle 6.00 per la visita al Mausoleo del primo Imperatore Qin Shihuangdi, dove è custodito l’esercito di terracotta, l’attrazione principale di Xi’an e sito archeologico più importante del Paese. Vi si arriva prendendo l’autobus 306 con partenze continue dalla stazione ferroviaria al costo 7 yuan/cad, a partire dalle 8.00am. Lo si trova facilmente anche grazie alla lunga fila di persone in attesa di salire. Il biglietto si fa a bordo, ed è anche possibile acquistare delle guide o l’ingresso ad altre attrazioni presenti lungo la strada. Il tragitto dura un’ora (35 km circa), l’ultima fermata è quella del mausoleo.
Il biglietto di ingresso ha un costo di 150 yuan (20 euro) a persona e l’area di interesse è composta da 3 padiglioni (o PIT). Li si raggiungono lungo un sentiero in un parco, dove innumerevoli guide si offrono per accompagnare i turisti (per chi fosse interessato il costo si aggira sui 100 yuan).
Il primo padiglione custodisce l’esercito di terracotta, il secondo ospita degli scavi ancora in corso, mentre nel terzo si trovano varie mostre.
Entriamo subito nel primo: meno male che siamo partiti presto, perché si sta già riempiendo di gruppi di turisti armati di fotocamere. Riusciamo a guadagnarci uno spazio in prima fila e ci godiamo lo spettacolo di mille statue di uomini, carrozze e cavalli perfettamente conservate e disposte in file lunghissime.

esercito-di-terracotta
Esercito di terracotta – Xi’an

Percorriamo tutto il perimetro, e notiamo delle troupe di archeologi ed esperti al lavoro dentro gli scavi, verso il fondo vengono posizionate le statue in fase di ristrutturazione che probabilmente andranno a coprire gli spazi attualmente vuoti. Questo ci fa capire che è un’opera davvero monumentale e incarna pienamente il sogno di immortalità di Qin, il primo Imperatore.
Nel terzo Pit scopriamo, tra le esposizioni sulla storia e sulla cultura della regione, una mostra fotografica di Adriano Madaro, un reporter italiano che per lavoro ha vissuto in Cina tra il 1979 ed il 1983 documentando la vita a Xi’an in quegli anni. Le foto, degli splendidi scatti, sono davvero suggestivi e ritraggono una Xi’an povera, permettendoci di capire quanto sia cambiata.
Rientriamo in città nel pomeriggio e ci fermiamo per uno spuntino ad un chioschetto dove scopro dello squisito pane dolce, un vero toccasana in mezzo ai cibi locali sempre fritti o conditi all’inverosimile consumati finora.
Visitiamo le bellissime Torri della campana e del tamburo (50 yuan a persona)

Torre della campana - Xi'an
Torre della campana – Xi’an

e successivamente ci allontaniamo dal centro per visitare dei quartieri più tipici, per un’inaspettata camminata di 12 km!
In ostello conosciamo il nostro compagno di stanza, un ragazzo tedesco che ha lavorato a Shanghai due anni ed ora, prima di rientrare in Germania, si sta concedendo un mese di vacanza tra Cina e Thailandia! Viaggiare è un sogno condiviso da molti!

Giorno 11

L’ultimo giorno a Xi’an: ritorniamo nel quartiere musulmano per una visita più approfondita al mercato dell’artigianato e della Moschea (biglietto di ingresso 25 yuan/cad).
La Moschea occupa un’area di 13000 mq (7000 dei quali di solo parco) ed è composta da 4 cortili in successione. Ognuno di essi è caratterizzato da un’imponente costruzione in legno o in pietra, come il minareto, l’edificio più alto, o il padiglione dell’unico Dio (chiamato anche padiglione della Fenice per la forma della sua architettura). Nell’ultimo si trova la sala della preghiera, non accessibile al pubblico, che contiene incisioni del Corano su pietra, sia in caratteri cinesi che arabi, molto particolare. La Moschea, probabilmente la più conosciuta in Cina, è ritenuta anche uno dei siti di maggiore interesse del Paese.

Padiglione della Fenice - Xi'an
Padiglione della Fenice – Xi’an

Il quartiere musulmano è in pieno fermento data l’ora di pranzo. Assaggio una focaccia interamente ricoperta di peperoncino… forse troppo! I cibi, a prima vista, sembrano effettivamente tutti ottimi e invitanti, ma le condizioni in cui vengono preparati fanno un po’ indugiare: cucine all’aperto poco organizzate e sotto il gas dei mezzi, carne conservata senza frigoriferi e spesso tagliata al momento dalla carcassa appesa. Roba per stomaci forti!

Spuntino al quartiere musulmano
Spuntino al quartiere musulmano – Xi’an

Dal quartiere proseguiamo lungo le mura a est e ci fermiamo a riposare in un parco. Prima di prendere il treno per Kaifeng ceniamo in un locale appena fuori le mura, il gestore parla un po’ di inglese. L’aspetto del locale non è un granché, ma il wifi è gratuito ed i noodles sono i migliori mai assaggiati sinora. Anche gli altri piatti di verdure sono squisiti per un totale di 32 yuan x 2 persone, birra inclusa.
Carichi per il nostro terzo treno notturno, riprendiamo il bus 608 per la stazione centrale e ci prepariamo alla nottata nell’ormai abituale “treno con cuccetta”. Ci rivediamo a Kaifeng!

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