San Cristóbal de Las Casas: cosa vedere nella città occulta.

San Cristóbal de Las Casas

Diario di viaggio: Febbraio / Messico

Siamo di nuovo su un bus direzione San Cristóbal de Las Casas, ennesimo viaggio attraverso gli stati di Tabasco e Chiapas. Arriviamo al tramonto e veniamo travolti da un energia incredibile. Questa città ha un anima tutta sua sarà davvero piacevole scoprirne ogni dettaglio. Quel che è certo è il drastico cambio di temperatura, qui fa decisamente più freddo, anche i tratti somatici dei locali sono molto differenti, l’architettura coloniale è più spartana.

 San Cristóbal de Las Casas al tramonto

Mi avevano avvisato ma sembra davvero molto simile a quel che trovai in Guatemala. La nostra base sarà il Panda Hostel con cui riusciamo a chiudere un accordo lavorativo, un paio di video promozionali per 5 notti gratis. Non poteva andarci meglio inoltre l’ostello è davvero molto carino, con un falò notturno sempre acceso per chiacchierare intorno al fuoco con altri ospiti.

Il giorno seguente Iniziamo a vedere la città con il freno a mano tirato, il nostro ostello è nella calle Real de Guadalupe che collega l’ononima chiesa con Plaza 31 de Marzo. Da quest’ultima si svolta a destra e si imbocca un’altra pedonale fino al Convento Santo Domingo de Guzman. Proseguendo poco più a nord si arriva al mercato, Potrei dire di aver già visto la città ma  San Cristóbal de Las Casas è una città da capire, assaporare piano piano per intravedere quell’essenza mistica di cui tutti parlano.

Ci addentrimo cosi nel mercato, un vero labirinto pieno di vita e umanità. Il caos primordiale me lo immagino cosi! Il resto della giornata lo passiamo nel giardino dell’ostello frequentato da un gruppetto di ragazzi in cerca di viaggi psichedelici e altri viaggiatori. La sera andiamo in un locale dal nome inequivocabile, “Revolucion” tema molto sentito in Chiapas.

Mangiare ieri al mercato non è stata una grandissima idea, oggi non sto per niente bene! Sembra che questo tipo di problema sia abbastanza comune da queste parti tanto che gli hanno dato anche un nome poco carino alla città: “San Cristobal de las Cagas” che rende bene l’idea di quello che mi sta passando. In realtà mi piace di più la “Vendetta di Montezuma” cosi chiamavano le infezioni intestinali che contraevano i “conquistadores” quando venivano in Messico. Insomma, oggi è meglio che me ne sto a letto a riposare.

 San Juan Chamula

Oggi visiteremo il Pueblo di San Juan Chamula, dove le usanze della popolazione indigena, si preservano nella quotidianità locale. La chiesa è la massima espressione di quanto ho appena scritto. Un luogo di culto davvero estremo, quello che accade all’interno potrebbe rimare impresso nella mente di chiunque per sempre.  Galline sgozzate, il pavimento ricoperto da aghi di pino e le sole candele a illuminare . Rendono questo posto il degno scenario di un libro di Stephen King ma in realtà c’è molto di più dietro a tutto questo.

 San Cristóbal de Las Casas
San Juan Chamula

Riti, credenze e tanta spiritualità che vengono tramandate da generazioni. Un posto da vedere ma non da fotografare, mi hanno avvertito che potrebbero addirittura distruggermi la macchina fotografica o peggio uccidermi. Il resto del pueblo di per se non ha nulla che mi chiami l’attenzione se non le persone che usano vestiti tradizionale, alcuni davvero bizzarri completamente ricoperti da lana di pecora.

Oggi mi sento decisamente meglio, posso tranquillamente terminare di visitare la città, inizio con la Iglesia de Nuestra Señora de Guadalupe in cima una scalinata con vista panoramica sull’intera città e il mirador San Antonio che forse avrei potuto evitare. La vera bellezza della città rimangono le vie adiacenti al centro, colorate, semplici e piene di dettagli. Al tramonto la città riflette il sole e un aura dorata la avvolge completamente.

Le ultime luci del giorno le assaporo lentamente dalla terrazza di “Casa Mudra” una galleria d’arte che fa anche da bar. Vista deliziosa, ambiente Bohemian e tanti viaggiatori sto sognando ma questo è quanto più si avvicina al mio rifugio ideale dove andrò in pensione. Più tardi mi ricongiungo con altri ragazzi dell’ostello e andiamo a una festa, nel parcheggio di un edificio dove c’è una sorta di palco dove ognuno può esibire la propria arte.

Qui scopro il Pox è una bevanda alcolica distillata dalla fermentazione di zucchero aromatizzato al Mais. La maggior parte di questo prodotto proviene da San Juan Chamula unico luogo dove è legale produrlo e utilizzarlo durante i riti religiosi e le cerimonie. Il mio amico Argentino Sebastian non so come diavolo lo ha conseguito ma è la cosa più simile alla grappa che ho provato all’estero ne compro subito una bottiglia.

Ovviamente la serata prende la giusta piega e conosciamo Yesi proprietaria di un bar specializzato in pulque, altra bevanda alcolica tipicamente messicana. Il suo locale giustamente si chiama la Pulqueria Mayahuel e ci invita a terminare la serata con i suoi amici. Si balla e si canta fino a mattina.

Cañon del Sumidero – Chiapa de Corzo

Vicino a San Cristóbal de Las Casas c’è il Cañon del Sumidero , dalle foto sembra spettacolare, ma sono scettico per via del suo bacino idrico artificiale. Una volta arrivati a Tuxtla ci imbarchiamo su una barca affollatissima di turisti e risaliamo il fiume Sumidero a una velocità davvero troppo sostenuta. Non riesco a fare una foto decente, vorrei andare lentamente godermi il panorama in santa pace. Arrivati alla diga capisco il motivo di tanta fretta, magicamente compaiono altre barche che trasformano il centro del lago in una sorta di ristorante bar, e via di birra, micheladas, tacos e reggaeton.

Tra la felicità dei messicani in vacanza io sono l’unico sbigottito e disgustato,  mi toccca aspettare un’ora sotto il sole prima di ripartire. Con tutto l’equipaggio con la pancia piena il capitano decide di andare un pelo più lentamente e finalmente si riesce a vedere anche la fauna di questo luogo. Neanche un coccodrillo enorme di sei metri non riesce a farmi passare l’incazzatura voglio scendere da sta lancia, poi mi chiedono perché odio cosi tanto i tour turistici.

Il pomeriggio la solfa non cambia si va a vedere il canyon dall’altro. 3 punti panoramici 10 minuti di tempo ciascuno, una corsa contro il tempo. Ultima tappa Chiapa de Corzo, uno dei 121 paesini più pittoreschi inseriti nel programma dei “Puebli Magici” in Messico. Qui abbiamo più tempo per gironzolare sul lungo fiume, mangiare al mercato e visitare la piazza e “ La Pila” una fontana del 1562 a forma di corona che richiama l’arte araba andalusa spagnola.

Ultimo giorno a  San Cristóbal de Las Casas, ed era anche ora, non avevamo previsto di fermarci cosi tanti giorni, ma tra malattia e altre variabili, ci siamo dovuti fermare ben oltre il dovuto. “New Age” questo è il termine giusto per definire questa città. Non ho trovato la misticità che mi avevano raccontato ma una città ricca di storie e culturalmente aperta allo straniero. Vado a farmi un’ultima passeggiata per il centro nella speranza di trovare qualche altro spunto fotografico cercando di far passare le ore in attesa del bus notturno che ci porterà sulle coste dell’Oceano Pacifico, esattamente a Mazunte nello stato di Oaxaxa.

 

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