Cabo Polonio: un villaggio hippy tra le dune uruguayane.
Spesso accade che nel mondo si creino dei piccoli paradisi di pace e armonia in cui artisti, viaggiatori, visionari si rifugiano tentando in ogni modo di non farsi trovare. Quando questi angoli vengono scoperti, difficilmente si può rimediare al danno ed essi finiscono per perdere l’aura magica che li caratterizza. In Uruguay esiste ancora una di queste realtà, Cabo Polonio continua la sua esistenza, nascosta e isolata tra le dune della regione della Rocha.
Parliamoci chiaro: in Uruguay tutti conoscono Cabo Polonio, ma oltre confine sono pochi quelli che ne hanno sentito parlare. D’altronde, è lo stesso Uruguay ad essere spesso dimenticato e, schiacciato da giganti come Brasile e Argentina, è ricordato più per i suoi calciatori che per le sue bellezze naturalistiche.
La regione della Rocha però ha tutte le carte in regola per essere una località di richiamo internazionale. Spiagge infinite, dune meravigliose, parchi naturali di vario genere, onde per fare surf e una vivace vita notturna.
La Paloma, Barra de Valizas, Aguas Dulces e Punta del Diablo sono i centri più famosi e meglio collegati e poi c’è lei, Cabo Polonio, che si distingue per la sua unicità e per il suo fascino magnetico.
Pubblicato da Mondeando su Venerdì 4 maggio 2018
Io arrivavo dal grigiore di Montevideo e dalla deludente Punta dell’Este. Avevo la
necessità di tornare in mezzo alla natura. Consapevole del fatto che la stagione estiva fosse finita da un pezzo, sapevo che avrei trovato molte attività chiuse, però la curiosità mi ha spinto a provarci lo stesso, attratto dalle storie dei tanti viaggiatori passati di lì. I bus che partono da Punta del Est non sono diretti per questa destinazione. Bisogna scendere a Castillo e prendere un bus locale fino all’entrata del parco Nazionale di Cabo Polonio.
Pubblicato da Luca Badanai su Venerdì 4 maggio 2018
In alternativa, si può scendere a Barra de Valizas e camminare per circa 8 km lungo la costa in mezzo alle dune (3 ore). Io voglio provare a farmi dare un passaggio da uno dei famosi camion che fanno la spola tra il centro visitatori e Cabo, sfidando le dune ad alta velocità. L’idea sembra divertente ed effettivamente lo è: sballottato a destra e a sinistra, la sensazione è quella di stare dentro a una lavatrice. Impossibile fare foto, anche se vorrei. Passiamo in un bel bosco di pini marittimi, che terminano tra le enormi dune dorate, modellate dal vento a ridosso dell’oceano. Una volta raggiunta la spiaggia, vedo per la prima volta il faro che sarà per me l’unico punto di riferimento nei giorni seguenti.
Pubblicato da Luca Badanai su Venerdì 4 maggio 2018
Entrando a Cabo Polonio si prova una sensazione di smarrimento. Il paesino conta 140 abitanti, le case sono sparse in giro senza un piano urbanistico, le strade non esistono…
Non ho la più pallida idea di dove io sia finito ne dove andare. Trovo un ostello: o meglio, io penso sia un ostello, così c’è scritto! In sostanza non è altro che una capanna di legno messa in piedi con materiale di recupero. Però è l’unico posto popolato all’interno di un paese fantasma, quindi prenoto la notte.
Il nostro vicino ha una casa a forma di pianoforte e un cartello all’entrata con scritto ”per cortesia non rubate le piante di marijuana”.
Continuo a pensare a dove diavolo sono finito… Questo posto non ha senso, è totalmente disconnesso dal mondo, non arrivano elettricità ne acqua potabile.
Pubblicato da Luca Badanai su Venerdì 4 maggio 2018
Anche il nome del villaggio è incredibile a pensarci bene: sembra che Cabo Polonio fosse il nome di una barca che naufragò proprio su queste coste – dico “sembra”, perchè non esiste una storia ufficiale.
Vado a farmi una passeggiata verso il faro. Salgo per una collina dal prato fino e verde, qui le case sono più curate: qualcuno deve essersi accorto della bellezza di questo luogo e deve aver costruito prima che intervenisse lo Stato a mettere sotto protezione l’area.
Arrivato al faro, proseguo lungo la scogliera. Una grande colonia di leoni marini è stesa sulle rocce nelle loro buffe posizioni.
Potrei vagare per ore in questo luogo, il paese è disseminato di dettagli incredibili, ogni casa ha la sua peculiarità . Un esempio: il supermercato oltre a vendere alimentari è anche un museo di oggetti di antiquariato, di cianfrusaglie e di oggetti restituiti dal mare.
Giorno 433 del mio #viaggioinamericalatina🌎Anche i leoni marini li vedo belli rilassati qui a Cabo Polonio. #mondeando #Uruguay #sudamerica
Pubblicato da Mondeando su Domenica 6 maggio 2018
Le giornate scorrono lente, tra surf, amici e passeggiate tra le dune; ci troviamo in un istmo, per cui si possono vedere sia il sole dell’alba, che quello del tramonto nascere e spegnersi nel mare. Mentre le notti sono forse la cosa più magica. L’assenza di corrente elettrica qui rende obbligatorio il dialogo tra persone. Niente tablet, solo energia positiva: basta una chitarra, qualche bottiglia di vino, qualche canna (in Uruguay è legale) e il gioco
è fatto!
In tutta Cabo case e sentieri sono illuminati da candele e falò, che creano
un’atmosfera d’altri tempi. L’unica fonte di luce nella notte è il faro, che elegantemente vigila sul paesino, senza mai essere invadente. Inoltre, non essendoci inquinamento luminoso, la notte risplende di stelle e il mare si accende come se ci fosse dentro un neon grazie alle noctilucas e alla loro bioluminescenza.
I quattro giorni nei quali ho soggiornato a Cabo Polonio, sono stati un crescendo di emozioni. Ho stretto amicizie con le quali ho condiviso momenti unici, ho scritto e letto come in nessun altro luogo al mondo, ho riscoperto la gioia di lanciarmi in mare dopo tanto tempo passato tra le montagne.
Pubblicato da Luca Badanai su Venerdì 4 maggio 2018
In una fase di viaggio dove la stanchezza si stava facendo sentire, sono rinate dentro di me la motivazione e la carica per proseguire il cammino.
Finalmente anche io, andandomene da Cabo Polonio, avrò delle storie su questo posto da raccontare ai viaggiatori futuri che incrocerò lungo il mio tragitto.
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