In traghetto da Ubud Bali alle isole Gili Air e Gili Meno e rientro a Kuta Bali passando per Lombok. Due settimane eccezionali tra tartarughe, vulcani e surfisti.
Dove abbiamo dormito
Cosa abbiamo visitato
Informazioni utili
Diario di viaggio
Dormire: dove siamo stati
Khrishna sunset bar and bungalow – Gili Air
Indirizzo: Gili Indah, Pemenang, Gili Air, Indonesia (coordinate gps -8.362732, 116.077110)
Prezzo: 6,60€ per persona/notte, camera matrimoniale con bagno privato
Note: camera essenziale ma pulita. L’acqua della doccia è salata. Wi-Fi funzionante e bar economico.
Mondeando approva!
Family Garden homestay – Sengiggi
Indirizzo: Senggigi, Batu Layar, West Lombok Regency, Nusa Tenggara Occidentale 83355, Indonesia
Prezzo: 5,50 € per persona/notte, camera matrimoniale con bagno privato
Note: colazione inclusa nel prezzo, doccia con acqua fredda ma dolce.
Wi-Fi funzionante
Mondeando approva!
Homestay Kuta Suka inn – Kuta
Indirizzo: Jl. Benesari No.6, Kuta, Kabupaten Badung, Bali 80361, Indonesia
Prezzo: 5,00 € per persona/notte, camera matrimoniale con bagno privato
Note: camera non corrispondente alla descrizione trovata su internet. Colazione scarsa e Wi-Fi pessimo.
Mondeando non approva
Visitare: i nostri consigli
Snorkeling su Gili Air tra le tartarughe
Chilling su Gili Meno
Vulcano Rinjani su Lombok
Uno sguardo alle moschee di Mataram
Informazioni utili
Sulle isole Gili è vietata la circolazione di qualsiasi mezzo a motore: è concesso andare in bici, a cavallo e naturalmente a piedi.
Per raggiungere le isole si può optare tra catamarano (fast boat) o traghetto (slow boat) in base alle disponibilità di tempo e budget.
Le attività principali sono immersioni e snorkeling, oltre al dolce far niente 😉
I bancomat ed i POS scarseggiano quindi partite con il contante sufficiente.
Noleggiate il motorino su Lombok perché è più comodo, divertente ed economico e vi permetterà di raggiungere i posti meno turistici dell’isola.
Lombok è musulmana, a differenza di Bali, quindi carne di maiale ed alcool potrebbero non essere sempre disponibili. Il velo non viene imposto alle donne non credenti.
Diario di viaggio
Giorno 99
Oggi partiamo per Gili Air, una delle tre isole facenti parte dell’arcipelago delle Gili’s, situato a nord-est di Lombok, nell’azzurrissimo mar di Bali.
Gili Air è l’isola più prossima a Lombok, seguita da Gili Meno, più piccola e più “solitaria” ed infine da Gili Trawangan, dove invece è festa tutto il giorno. A prescindere dal tipo di attività che cerchiate, le caratteristiche geografiche di tutte e tre le isole ne fanno dei posti paradisiaci, unici al mondo.
Per questo alle 7.00 di mattina siamo già sveglissimi, davanti alla guest house, ad aspettare il mini van che ci porterà al porto di Padang Bai, da dove salperemo verso Lombok e poi per Gili Air.
Il tragitto in bus dura circa un’ora e mezza ed una volta al porto, essendo gli unici a viaggiare con slow boat, veniamo scaricati in un punto diverso rispetto a tutti gli altri passeggeri. Qui delle agenzie locali tentano comunque di venderci il ticket per la fast boat oppure il biglietto di ritorno, sostenendo che acquistarlo ora sia più conveniente che su Gili Air.
Ancora una volta rimaniamo fermi sulla nostra decisione iniziale, ovvero slow boat anche se impiega più tempo e niente biglietto di ritorno. Ai nostri interlocutori non rimane altro da fare che indicarci la barca su cui salire. Il traghetto in questione è utilizzato più per il trasporto merci che per ragioni turistiche, nella pancia della nave stanno infatti entrando innumerevoli tir.
Saliamo al primo piano dove si trova un salone con un bar, tavolini e sedie, cuccette per dormire e wc, mentre al secondo ed ultimo piano si trova il ponte, completamente sotto il sole.
Ci sistemiamo qui a goderci la brezza marina assieme ad una manciata di altri backpackers e molta gente del posto. Volevamo il mezzo non turistico? Eccoci accontentati! Le 5 ore di traversata non pesano per niente. Al contrario ci sembrano lunghissime le manovre per entrare e parcheggiare nel porto di Lembar, sull’isola di Lombok.
Scendiamo infine ed usciamo dalla nave assieme ai camion in quanto non esiste sorta di precedenza tra pedoni e mezzi, si sale e si scende tutti assieme… Ad aspettarci sul molo dovrebbe esserci qualcuno dell’agenzia per il prossimo trasferimento.
Troviamo infatti dei ragazzi che stanno già raggruppando altri turisti per accompagnarli alle rispettive destinazioni. Mostriamo loro il nostro biglietto ma, “ahi-ahi-ahi” qualcosa sembra non andare. Purtroppo devono darci una brutta notizia: il nostro traghetto ha accumulato ritardo, impedendoci di prendere in tempo la barca per le Gili, che salpa tra meno di un’ora dal porto di Bangsal, a nord dell’isola. Naturalmente, e’ l’ultima partenza della giornata.
Ci spiegano che questo inconveniente non dipende né da noi né da loro, ma dal ritardo del traghetto, per cui, noi come loro non ci possiamo fare niente. Quello che possono fare pero’ è accompagnarci in una località vicino, dove potremo trovare un alloggio per la notte (very cheap, molto economico) e ripassare a prenderci domattina per accompagnarci al porto.
Salvo la notte, ci garantiscono, non sosterremo nessun altra spesa aggiuntiva. La notizia ci fa più sorridere che disperare, sarà che sembra recitata come da copione, o sarà un effetto del karma per non aver preso la fast boat, fatto sta che non la prendiamo poi così male.
Fortunatamente non abbiamo prenotato nulla su Gili Air quindi perché non approfittare dell’imprevisto per goderci un’inaspettata visita a Lombok? Saliamo su un minibus che ci accompagna fino alla località di Senggigi, una delle perle di Lombok. Veniamo lasciati in una piazzetta, abbastanza centrale dove ci sono negozi, agenzie e due ostelli.
Il primo non ha disponibilità, mentre il secondo chiede 120.000 IDR a persona per notte (8 € circa). Mmmh, un po’ caro per una notte in camerata, proviamo allora ad esplorare i dintorni per vedere se troviamo qualcosa a meno. Poco distante troviamo la “Family Garden Guest House”, con cui contrattiamo una notte in camera doppia con bagno, veranda e colazione a 150.000 IDR (10 €), perfetto! Missione compiuta! 🙂
Riposiamo qualche ora e verso sera partiamo alla scoperta di questo posto dove siamo “capitati”. Andiamo prima sulla spiaggia dove ci sorprende un tramonto sul mare dai colori spettacolari e ceniamo in uno dei ristorantini sul bagnasciuga.
I prezzi sono un po’ più cari rispetto a Bali, ma tra i menu’ di pesce riusciamo a scorgere questo Mahi Mahi alla griglia per 52.000 IDR a porzione (3,40 €), che per essere pesce fresco riteniamo abbordabile. Il Mahi Mahi è un pescione simile al tonno, ma dalle carni più prelibate e difatti lo apprezziamo moltissimo!
Di ritorno verso la guest house ci imbattiamo in un localone di quelli tipici, costruito con lamiere e pali di legno e frequentato solo da gente del posto: ovviamente stra-economico ;). Ottimo posto per brindare a questa giornata di piacevoli imprevisti!
Giorno 100
Come concordato ieri con le guide, alle 8.30 siamo nella piazzetta di Senggigi ad aspettare che ci passino a prendere, ed anche qui ogni dubbio sulla loro credibilità viene sventato in quanto il pulmino arriva puntuale.
Il porto di Bangsal dista 30 minuti di macchina lungo la costa ovest, offrendo una panoramica su baie ed insenature isolate e bellissime con un mare turchese davanti. Che spettacolo!
L’autista ci lascia in un bar in prossimità del porto, ma nella fretta di recuperare i nostri zaini che vengono quasi lanciati dal tetto del bus, dimentichiamo di richiedere indietro il nostro biglietto di viaggio, unico documento che attesta il nostro percorso fino a Gili Air. Grandissimo errore! Come ce ne accorgiamo il bus è già ripartito e spieghiamo l’accaduto ai nostri nuovi riferimenti, ma l’unica cosa che fanno è stamparci una A sulla mano, segno che siamo diretti a Gili Air…
Ci chiamano alle 10.00 e ci fanno incamminare verso il molo che dista meno di 1 km. Se non si vuole andare a piedi è possibile usufruire del servizio taxi costituito da calessi tirati da cavalli, ma attenzione, chiedono sulle 50.000 IDR a persona (3,30 €).
Arriviamo alla spiaggia dove partono le barche dirette alle Gili (poco più che delle canoe di legno in realtà) e scopriamo l’amara realtà: senza più un biglietto non andiamo da nessuna parte, poco importano le nostre ragioni ed avere una A stampata sulla mano (che potremmo benissimo esserci fatti da soli).
Insomma, o ricompriamo un altro biglietto o rimaniamo dove siamo. Un bello schiaffo in faccia, che ci provoca un grosso nervoso, perché delle cosiddette cortesia e disponibilità asiatiche qui non ne troviamo nemmeno l’ombra.
L’arrabbiatura passa solamente quando saliamo a bordo della barca successiva dopo aver comunque riacquistato il biglietto. C’è di buono che il costo è di meno di un euro a testa (12.000 IDR) e la mattina parte tanta gente, per cui una seconda barca non impiega tanto a riempirsi.
In conclusione anche gli indonesiani hanno davvero dei modi rudi!
La barca è in legno e con lo scafo molto basso, ci da’ l’idea di affondare quando si cavalcano le onde, ma in meno di mezz’ora approda a Gili Air. La zona del porto è – come da regola – piena di gente che arriva, parte, vende e compra.
Notiamo subito che la strada principale è fatta di sabbia o sterrato e gli unici mezzi che la percorrono sono calessi o bici: sulle Gili è infatti vietato qualsiasi mezzo a motore (vedi nota in cima all’articolo), che storia! Lasciamo indietro le precedenti preoccupazioni per dedicare occhi e anima a questa nuova terra. E poi è anche il giorno 100!
Ci incamminiamo verso ovest alla ricerca di un alloggio e dopo 20 minuti di cammino (che sembrano il doppio con gli zainoni e sotto il sole di mezzogiorno) troviamo sulla nostra destra il Bar Krishna, consigliatoci come alloggio cheap da un ragazzo del posto.
Un cartello all’ingresso recita infatti “Bungalow a 200.000 IDR (13,30 €)” che è forse il prezzo più basso che si possa trovare qui. Benone, confermiamo subito 3 notti. Il bungalow è tutto in legno ed arredato in modo molto essenziale: un letto, una veranda con tavolino e sedie, qualche chiodo alla parete a fare da appendiabiti.
Il bagno è grande ma l’acqua esce direttamente da dei tubi grezzi (niente rubinetto o cornetta della doccia), è fredda, ma soprattutto… salata! Ecco un’altra peculiarità di queste isole: docce fredde e salate, a meno che non si alloggi nei pochi alberghi di lusso. Ma quando si ha in cambio un posto da sogno e si passa la maggior parte del proprio tempo a mollo nel mare… who cares!
Posiamo gli zaini e ci fiondiamo nella spiaggia di fronte, che scopriamo essere tra le più fotografate di tutta l’isola: a pochi passi dentro il mare infatti sono state installate un’altalena ed un’amaca per ciondolarsi tra le acque cristalline. Ovviamente sono prese d’assalto per relax e foto!
Le uniche note dolenti sono il bagnasciuga composto da coralli che tagliuzzano i piedi e la presenza di grosse chiazze di alghe in alcuni punti del mare, ma per il resto è tutto fantastico!
A piedi compiamo un giro completo dell’isola – lunga 7 km – di circa un’ora e mezza. Ritornati davanti alla guest house è l’ora del tramonto, ed il sole colora il cielo di arancio e rosa, portandosi via l’azzurro.
Particolarità: al tramonto la marea invece che alzarsi si ritira… per cui ci si può tranquillamente sedere dove poco prima si nuotava! Siamo proprio dall’altra parte del mondo!
Giorno 101
Ci svegliamo contenti con un bel sole che illumina il nostro paradiso indonesiano. Il programma della giornata prevede un po’ di snorkeling e noleggiare una fat bike.
Camminando lungo la costa est troviamo un bar con l’insegna “snorkeling and turtle area”. Ci immergiamo, ma nonostante il tanto nuotare non avvistiamo neanche una tartaruga. Ci consoliamo comprando una noce di cocco a 25.000 IDR (1,60 €), piena di latte e veramente buona.
Dopo pranzo noleggiamo due “fat bike” per 20.000 IDR l’ora (1,30 €). Ps: il noleggio per l’intera giornata costerebbe 75.000 IDR a bici ovvero 5 €. Pedalare con queste ruote giganti è molto divertente e particolare perché sono adatte ad andare anche sul bagnasciuga e sulla sabbia più morbida. Ci divertiamo anche ad insabbiare alcuni bagnanti che ci guardano un po’ allibiti. Eheh!
La sera decidiamo di andare al ristorante e ci concediamo una cena a base di pesce, ordinando due white snapper (dentice bianco) alla griglia, ma purtroppo solo uno dei due è effettivamente buono da mangiare.
Non abbiamo il coraggio di lamentarci con i camerieri, son tutti ragazzi giovani e “alla buona” e così ordiniamo una pizza per tappare la fame residua. Nel rientrare alla guest house la strada è completamente al buio e pensiamo subito che avremmo dovuto portarci una torcia. Ed invece non sarebbe stata una buona idea, perché non avremmo avuto la possibilità di scoprire un cielo tappezzato di numerose stelle e costellazioni sconosciute…bellissimo!! 🙂
Giorno 102
Oggi siamo determinati più che mai, con il preciso obiettivo di vedere una tartaruga! Decidiamo di attrezzarci meglio e noleggiare maschera e pinne. Parte così la ricerca dell’attrezzatura con il miglior prezzo.
La troviamo nello stesso bar che ieri ci ha deliziato con la noce di cocco: 70.000 IDR al giorno per 2 maschere e 4 pinne, ovvero poco più di 4,60€. Chiediamo dei consigli al proprietario il quale suggerisce di camminare fino a Sandy Beach, sulla punta di Gili Air e poi lasciarsi trasportare dalla corrente fino all’altezza del suo bar.
Ci istruisce dicendo: le tartarughe nuotano a circa 1,50 m. di profondità, vicino alla fine della barriera corallina, proprio dove inizia il grande blu dell’abisso marino. Ok, ci sembra una buona idea.
Entriamo in acqua a Sandy Beach e dopo pochi minuti Tito ne avvista una! Ma forse anche lei avvista noi e scappa veloce nella profondità delle acque. Eh si, sott’acqua la tartaruga è veramente veloce…
Rimaniamo in mare ancora parecchio e nuotiamo verso sud. Avvistiamo tantissimi pesci colorati, ricci marini e tantissima fauna marina ma di tartarughe non se ne parla.
Usciamo dall’acqua e super agguerriti ri-camminiamo fino a Sandy beach per ritentare l’impresa ed il secondo tentativo è più fortunato! Eccola lì, una grossa tartaruga marina, con il carapace dello stesso colore del fondale. Nuota proprio sotto di noi, con le sue grandi pinne lunghe e intanto cerca cibo tra le rocce e le alghe.
Rimaniamo a debita distanza per non infastidirla troppo e nuotiamo con lei per una mezz’ora abbondante scattandole forse un centinaio di foto! È un’emozione incredibile, ci fa sentire la vera grandezza dell’oceano e della natura.
Usciamo dall’acqua alle 16.00 dopo ben 5 ore di nuoto: siamo stanchi, affamati ma felici e festeggiamo con una Bintang bella fresca. Questa è in assoluto una delle più belle esperienze del nostro viaggio.
Il sorriso non esita a scendere dai nostri volti e rimane anche per tutta la durata del tramonto che decidiamo di goderci dal bar Khrishna, sorseggiando del buon Bali Kopi. W le tartarughe!
Giorno 103
Giornata di recupero forze e aggiornamento blog. Confermiamo altre due notti su Gili Air e ci rechiamo al porto per informarci su come andare a Gili Meno e tornare in giornata.
Semplice come bere un bicchiere d’acqua: al mattino c’è una barca che parte alle 8.30, mentre il rientro da Gili Meno è alle 16.30. Costo di ogni tratta 35.000 IDR (2,30 €). Ah pero’, quasi costa meno tornare a Lombok e prendere la barca da lì!
Pranziamo in uno dei locali vicini al porto, dove servono un buon chicken curry, dolce ma un po’ pesante. Trascorriamo il pomeriggio tra passeggiate nelle vie interne dell’isola (meno affollate) e nuotate in questo mare cristallino che non scorderemo facilmente!
Giorno 104
La giornata è dedicata all’isola di Gili Meno, distante una mezz’ora di barca da Gili Air. Quest’isola è la meno affollata e frequentata delle tre. La parte sud è completamente ricoperta di vegetazione e quindi disabitata. Il mare anche qui è molto bello, ma mosso.
Come primo impatto Gili Air ci sembra comunque migliore. Raggiungiamo una spiaggia a nord indicata come punto snorkeling. Effettivamente arrivano molte barche che “scaricano” il gruppo turistico di turno alla ricerca di pesci e coralli, ma la quantità è di gran lunga minore che su Gili Air.
Da questo punto si scorge anche la terza isola, Gili Trawangan, e forse tendendo bene l’orecchio, si può anche sentire il volume alto della musica dei locali ed il tintinnare delle bottiglie ;D
Sul versante ovest è presente un lago formatosi grazie all’acqua piovana, e circondato da palme altissime. Essendo l’ambiente molto umido non è raro scorgere tra un tronco e l’altro qualche gigantesco ragno appeso alla sua ragnatela, aracnofobici beware!
Seguendo la strada si arriva al mare e ad un bar/ristorante con musica reggae, piuttosto grande per gli standard dell’isola, ma dove il nostro stomaco ci impone una sosta pranzo. Ci portano della papaya come antipasto, buonissima e freschissima, e Mie goreng con pesce (gamberi, calamari, ed un filetto fritto) per primo. Totale 120.000 IDR (8,00 €).
Attraversiamo la zona sud – o meglio – la sua foresta e prima di raggiungere il porto facciamo un ultimo bagno nell’acqua blu. Gili Meno è proprio la destinazione per chi vuole staccare il cervello e concedersi unicamente relax, sole e mare. Un tipo di vacanza poco socievole ma senza dubbio riposante!
Alle 16.30 riprendiamo la barca per far rientro su Gili Air e ci fermiamo in un ristorante poco distante dal porto per un aperitivo. Notiamo pero’ che il suddetto bar ha anche un forno a legna, e allora perché non una pizza? Oh, sarà la lunga lontananza dall’Italia ma la pizza, bassa e servita su un tagliere ci soddisfa parecchio! Ed ha anche un buon prezzo, da 50.000 a 55.000 IDR a seconda della farcitura (3,50 € circa).
Ora non ci resta che salutare calorosamente queste isole, che rimarranno per sempre nei nostri ricordi migliori!
Giorno 105
Giornata di trasferimento da Gili Air a Senggigi sull’isola di Lombok. Si tratta della stessa località dove ci eravamo dovuti fermare una notte prima di raggiungere Gili Air e che ora, con più tempo a disposizione, abbiamo deciso di conoscere meglio.
La barca utilizzata per il trasporto è in realtà una mezzo dedicato al trasporto dei rifiuti “a rendere” , come grossi contenitori di plastica e bombole del gas (vuote!). Le persone vengono fatte salire una volta caricata la barca per cui c’è chi è costretto a sedersi su questi rifiuti. Questi posti hanno dell’incredibile anche per scene simili!
Una volta su Lombok contrattiamo con un ragazzo il trasporto fino a Senggigi per 100.000 IDR (6,60 €), dimezzando praticamente la sua offerta iniziale.
Per l’alloggio ritorniamo al “Family Garden Homestay” che ci dà una camera per 175.000 IDR a notte (11,00 €). Cerchiamo di spiegare che la settimana prima abbiamo pagato per la stessa sistemazione 50.000 IDR in meno (3,30 €), ma ci sentiamo rispondere che settimana scorsa era bassa stagione, mentre ora è alta, per cui i prezzi aumentano. Ok, inutile discutere.
Ciò che più ci preme ora è poter fare finalmente una doccia con acqua dolce, senza sale.
Pranziamo in un locale a gestione musulmana e proviamo i satay: degli spiedini di carne di manzo o pollo ricoperti da una salsa di arachidi. Non male!
Il pomeriggio lo trascorriamo sulla spiaggia di Senggigi: malgrado sia vicina al porto, è molto piacevole. Ritorniamo in camera per usufruire di internet e prenotare gli alloggi successivi su Bali, ma soprattutto in Australia!
Giorno 106
Subito dopo colazione noleggiamo un motorino per 60.000 IDR (4,00 €) al giorno, necessario più per motivi pratici che di svago. Purtroppo le mie scarpe da trekking si sono rotte qualche tempo fa ed, informandoci, abbiamo scoperto che poco distante da Senggigi si trova la località di Amperan, dove possiamo trovare dei calzolai.
Amperan funziona un po’ come Ha Noi in Vietnam: ha una via interamente dedicata ad un’attività, in questo caso quella del calzolaio. Ed è proprio così. C’è una strada intera con bancarelle ricoperte di calzature da riparare.
Ovviamente è un “mercato” locale, dove non sono abituati a vedere stranieri e perciò non si parla inglese. Tra gesti e qualche parola improvvisata il “mio” calzolaio mi fa capire di tornare per le 15.00 a ritirare le scarpe. OK!
Nel frattempo raggiungiamo una Spiaggia a nord di Senggigi, situata alla fine di una distesa di palme e praticamente deserta. E’ presente solo qualche capanna in legno, ed oltre a noi c’è un gruppo di ragazzi molto giovani che, vestiti, si divertono a tuffarsi tra le onde.
Bali ci ha incantato, ma Lombok ha il fascino della mancanza del turismo di massa e regala l’opportunità di frequentare facilmente gli stessi posti della gente del posto: un’esperienza più “autentica”.
All’ora stabilita ritorniamo ad Amparan per ritirare le scarpe, che sono sia incollate che cucite, insomma sembra proprio un bel lavoro! Ed il prezzo? “Up to you” risponde il mio amico calzolaio! Pago 50.000 IDR (che per noi sono 3 €) sperando vada bene e lui spalanca gli occhi e mi regala un sorriso a 32 denti e mille ringraziamenti! Sì, andavano proprio bene!
Nel ritornare indietro scartiamo la strada più veloce e scegliamo di valicare un passo di montagna a 1500 metri. Bello fresco e pieno di scimmiette!
Ritornati in guest house riconfermiamo il motorino anche per il giorno seguente e ceniamo nel locale tipico che avevamo trovato durante la nostra prima visita a Senggigi. La tappa qui era immancabile ed anche stavolta non ci delude! Mie goreng con calamari alla griglia (cumi-cumi) ed anatra arrosto con verdure e riso. Da leccarsi i baffi! (costo totale 205.000 IDR ovvero 13,60 €)
Giorno 107
La meta di oggi è il vulcano Rinjani, che con i suoi 3726 metri di altezza è il monte più alto dell’isola ed il secondo di tutta l’Indonesia. Vengono organizzati diversi trekking di due o anche tre giorni fino al cratere del vulcano, ma noi decidiamo di affidarci al nostro motorino ed arrivare fin dove la strada lo permetterà.
Dopo 100 km circa ed un traffico abbastanza sostenuto arriviamo alla svolta che sale per il passo. Si comincia a sentire anche il cambio di clima e di paesaggio: le distese di palme, risaie e banani di un colore verde brillante lasciano il posto ad una foresta più fitta e scura.
Preoccupatevi di farvi noleggiare un buon mezzo perché, anche se a tornanti, le salite non scherzano!
Arrivati in cima al passo, c’è un grande spiazzo dove parcheggiare e si paga 2.000 IDR ai ragazzi che fanno da parcheggiatori (0,13 €). Lo stesso prezzo si paga per accedere al piazzale panoramico da cui godere di un ampia vista sulla vallata. Di fianco a noi il vulcano nasconde la sua cima avvolto in una spessa nube.
La presenza dei turisti è veramente scarsa, per cui diamo subitissimo nell’occhio. In men che non si dica siamo nelle fotografie di tutti i ragazzi del posto. Ehehe, ancora una volta sembra di essere ritornati in Cina.
Riscendiamo dal passo alla ricerca di un locale per il pranzo. Lo troviamo appena finiti i tornanti e rimaniamo sbalorditi dai prezzi: 39.000 IDR per due piatti di Nasi goreng, due caffè ed acqua, ovvero solamente 2,60 €.
Normalmente paghiamo questo prezzo per un piatto solo e la qualità in questo caso è anche migliore: il riso non è il solito grumo appiccicoso, ed il caffè ha un retrogusto di cioccolato. La locanda inoltre è a gestione familiare, nessuno parla inglese e questo ci fa piacevolmente sentire più ospiti che turisti invasori.
Ben sazi ripartiamo con la nostra moto, ci aspettano almeno un paio di ore di strada per il rientro. Lungo il percorso incontriamo moltissime moschee ed all’approssimarsi della sera si sente il richiamo dei muezzin per la preghiera. Si diffonde tramite gli altoparlanti dei minareti: torri alte, sontuose e colorate, praticamente la parte più curata della costruzione.
Poco prima di Mataram ci imbattiamo nel Lombok City Center, un grandissimo centro commerciale che poco ha da invidiare a quelli nostrani: negozi di vestiti, accessori, elettronica, fast-food e perfino una pista da pattinaggio su ghiaccio!
Arriviamo in guest house verso le 18.00 piuttosto stanchi e doloranti per le molte ore in motorino e decidiamo di passare qui la serata, chiacchierando tra una birra e l’altra con i ragazzi figli dei gestori.
Poiché hanno anche una cucina si propongono di farci la cena: coscia di pollo arrosto con verdure. Buonissima ma super-piccante!
Giorno 108
Nuova giornata di viaggio per ritornare a Bali, questa volta sulla località di Kuta. Scegliamo nuovamente di viaggiare in slow boat e compriamo i biglietti presso la guest house per 175.000 IDR a persona (11,60 €).
Alle 10.30 un mini van si presenta per accompagnarci al porto e scopriamo con nostro orrore che l’autista è lo stesso che qualche giorno fa si è tenuto i biglietti per Gili Air! GOMBLODDO!
Stavolta invece che tenersi i biglietti, accumula ritardo nel completare il pick-up degli altri passeggeri ed a metà strada è costretto a far intervenire un taxi che ci accompagni direttamente al porto dato che la barca salperà nei prossimi 10 minuti! Quest’uomo porta sfiga, poco ma sicuro!
Fortunatamente arriviamo in tempo e senza dover pagare ulteriori spese ed alle 12.30 salpiamo da Lombok. L’imbarcazione sembra migliore di quella dell’andata, con uno spazio sul ponte coperto e ombroso da dove godersi il mare senza troppa calura.
Arriviamo a Bali 4 ore dopo e terminiamo il tragitto fino a Kuta su un bus che è grande ma un po’ sgangherato e vecchiotto. Tradotto: zero aria condizionata. Abbiamo però il lampo di genio di prendere i due posti davanti di fianco all’autista e soffrire il caldo meno che i nostri compagni, stipati nei sedili posteriori.
Sono le 19 ed è buio quando arriviamo finalmente a Kuta. Sta iniziando la serata, le strade sono affollate e piene di luci. Camminiamo a piedi fino alla guest house attraversando il centro, decisamente più vibrante di Ubud, che a confronto definiremmo tranquilla e rilassante, con molti meno venditori insistenti e discoteche chiassose.
Il nostro alloggio si trova in una delle traverse del centro, la struttura esterna è molto bella, con giardinetto e piscina. Le camere ed i bagni invece sono poco puliti e curati, ma per un paio di notti può andare.
Usciamo per cena e ci dirigiamo verso sinistra allontanandoci dalle vie centrali più moderne, ma anche più costose. Troviamo un locale molto alla mano dove spendiamo 115.000 IDR (7,60 €) per due Mie Goreng, birra e caffè. Assieme al proprietario, ci divertiamo ad osservare i turisti ubriachi barcollare non si sa bene verso quale destinazione.
Giorno 109
Dopo la colazione in guest house (servita a bordo piscina ma piuttosto carente) ci dedichiamo ad aggiornare il blog, cosa che ci prende più tempo del previsto dato lo scarso segnale wi-fi della guest house.
Ci consoliamo allora con un buon pranzo: pesce alla griglia con una salsina di pomodoro e contorno di verdure (35.000 IDR ovvero 2,30 €). Trascorriamo il pomeriggio sulla spiaggia di Kuta, piena zeppa di surfisti ed aspiranti tali alle prese con delle belle onde alte!
Questa è l’attrattiva principale del sud dell’isola di Bali, frequentato per lo più da turisti australiani e nordamericani. Numerosi istruttori cercano di venderci qualche lezione ma nonostante il prezzo sia più economico che sulle coste australiane o statunitensi, abbiamo (per assurdo) poco tempo da dedicare all’apprendimento. Già solo a stare in equilibrio sulla tavola ci servirebbe una settimana!
Ci dirigiamo verso il centro alla ricerca di un locale con wi-fi per terminare le nostre commissioni: stampare il boarding pass per il volo ed il visto turistico australiano. Passeggiare per queste vie mette davvero a dura prova i nervi, tra venditori e tassisti molto arroganti ed insistenti e strette vie a malapena sufficienti per due persone, prese invece d’assalto dai motorini.
Riusciamo comunque nei nostri intenti e la sera ci concediamo uno spuntino dal sapore messicano, che non delude mai, nonostante l’onnipresente coriander, una spezia locale conosciuta anche come prezzemolo cinese. (Coriandolo da noi, molto usato anche nel resto dell’Asia soprattutto come guarnizione di piatti a base di curry, NdE).
Giorno 110
Oggi si parte per l’Australia, yuppi!! Siamo moooolto dispiaciuti di dover salutare l’Indonesia, ma altrettanto eccitati per la nuova terra da visitare, meta dei sogni per tantissimi europei.
Dopo il check-out rimaniamo nella hall della guest house per usufruire di internet e di un poco di frescura. L’aeroporto di Denpasar dista solo 5 km da Kuta, tuttavia taxi ed agenzie chiedono un prezzo a nostro avviso esagerato per questa poca distanza e per la media dei prezzi indonesiani.
Si va dalle 100.000 (6,60 €) alle 150.000IDR (10,00 €) a persona e non c’è verso di contrattare. A queste condizioni decidiamo di raggiungere l’aeroporto a piedi, dato che il nostro volo è la sera ed abbiamo disponibile tutto il pomeriggio.
Ci mettiamo in marcia, dopo un bel pranzo sostanzioso ed energetico ed arriviamo in aeroporto in 3 ore circa (inclusa pausa di un’ora). Spalle e gambe sono un po’ provate dal peso degli zaini, ma le facce sbalordite di chi vedeva come unica soluzione il taxi ci fanno sorridere.
Il nostro check-in apre alle 20.00 ed intanto ci riposiamo sui divanetti (una seconda casa ormai… ;D) e facciamo incelofanare gli zaini, per 80.000 IDR l’uno (5,30 €).
Terminato il check-in passiamo la dogana e l’ufficio immigrazione e ci dirigiamo verso l’imbarco. Prima di farci accedere all’aereo il personale dell’aeroporto controlla che nel bagaglio a mano non vi sia alcun alimento o bevanda (acqua inclusa) date le severissime misure di importazione australiane (e chi è fan di Airport Security su DMax sa di cosa parliamo).
Viaggeremo con Jet Star, la compagnia di bandiera australiana. Decollo puntuale alle 23.50, ma ci ricorda molto un volo Ryanair, più scomodo di Air Asia, che pensavamo fosse una delle peggiori.
La camminata ci ha comunque provato per cui non ci mettiamo molto ad adattarci ai sedili e cadere in un sonno profondo. Al nostro risveglio saremo in Australia… see ya!!
Your article helped me a lot, is there any more related content? Thanks!